Anche Bitcoin ha una 'foresta oscura': i brain wallet non sono sicuri

CoinTelegraph

Pubblicato 14.10.2020 10:42

Aggiornato 14.10.2020 11:35

Anche Bitcoin ha una 'foresta oscura': i brain wallet non sono sicuri

Il concetto di una “foresta oscura” nella blockchain è stato diffuso recentemente da Ethereum, indicando l’esistenza di bot che anticipano le mosse copiando qualsiasi transazione redditizia in sospeso.

I bot sono in grado di valutare se una qualsiasi transazione arrivata nella mempool può essere replicata, e inizieranno immediatamente a pubblicare una copia con commissioni molto più alte, garantendo di fatto che saranno i primi a reclamarla. L’espressione “foresta oscura” è ispirata a un racconto di fantascienza e rappresenta un luogo in cui il riconoscimento significa una morte immediata, o in questo caso la perdita di fondi.

Su Ethereum, in genere questo avviene con smart contract pubblici che per qualche ragione hanno il controllo di fondi. Dan Robinson, di Paradigm Capital, ha dimostrato un caso di questo tipo con fondi inviati per sbaglio all’indirizzo di un contratto. Inoltre, a giugno questi bot hanno ostacolato il piano di mitigazione delle vulnerabilità attuato da Bancor.

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