Studio della BRI: il possesso di crypto non ha nulla a che fare con la sfiducia nelle fiat

CoinTelegraph

Pubblicato 03.07.2021 10:43

Aggiornato 03.07.2021 11:35

Studio della BRI: il possesso di crypto non ha nulla a che fare con la sfiducia nelle fiat

La Banca dei regolamenti internazionali (BRI), un’istituzione finanziaria globale controllata da alcune delle più grandi banche centrali del mondo, sta cercando di smentire la teoria secondo cui il possesso di criptovalute è legato alla sfiducia nei confronti della finanza tradizionale.

Giovedì, la BRI ha pubblicato uno studio sui fattori socioeconomici degli investimenti in crypto negli Stati Uniti. Utilizzando dati rappresentativi dal Survey of Consumer Payment Choice statunitense, la BRI ha affermato che la sfiducia nelle valute fiat come il dollaro statunitense non ha nulla a che fare con la motivazione degli investitori a detenere criptovalute come Bitcoin (BTC), spiegando:

“La domanda delle criptovalute non è guidata dalla sfiducia nel denaro contante o nel settore finanziario, dato che non ci sono differenze nella sicurezza percepita dei contanti e dell’offline e online banking. Possiamo quindi smentire preventivamente l’ipotesi secondo cui le criptovalute sono considerate un’alternativa alle valute fiat o alla finanza regolamentata.”
L’istituzione ha evidenziato che le criptovalute non vengono usate come alternativa alle valute fiat o alla finanza regolamentata, ma sono piuttosto uno “strumento speculativo digitale di nicchia.” La BRI ha fatto notare che, da un punto di vista normativo, la conclusione generale dell’analisi è che gli obiettivi degli investitori sono “gli stessi di quelli per altre classi di asset, e così dovrebbe essere anche la regolamentazione.”

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