Un cyber investigatore sostiene che l'hacking di Wintermute da 160 milioni di dollari sia stato un "inside job"

CoinTelegraph

Pubblicato 27.09.2022 12:20

Aggiornato 27.09.2022 13:05

Un cyber investigatore sostiene che l'hacking di Wintermute da 160 milioni di dollari sia stato un "inside job"

C'è una nuova teoria complottista nel mondo delle criptovalute, questa volta in relazione al hack da 160 milioni di dollari avvenuto la scorsa settimana ai danni del market maker algoritmico Wintermute, che un esperto sostiene sia stato un "inside job".

Il 20 settembre Cointelegraph ha riferito che un hacker ha sfruttato un bug in uno smart contract di Wintermute che gli ha permesso di sottrarre oltre 70 diversi token, tra cui 61,4 milioni di dollari in USD Coin (USDC), 29,5 milioni di dollari in Tether (USDT) e 671 Wrapped Bitcoin (wBTC), per un valore di circa 13 milioni di dollari al momento.

In un'analisi dell'hack pubblicata su Medium il 26 settembre, l'autore noto come Librehash ha sostenuto che, a causa del modo in cui gli smart contract di Wintermute sono stati utilizzati e infine sfruttati, l'hack è stato condotto da una fonte interna, affermando:

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