Commissione europea taglia previsioni di crescita zona euro

Investing.com  |  Autore 

Pubblicato 07.02.2019 11:04

Aggiornato 07.02.2019 11:20

Investing.com - La Commissione europea ha abbassato le previsioni sulla crescita della zona euro questo giovedì, dopo le considerevoli riduzioni delle stime su Francia e Germania che hanno contribuito al peggioramento delle prospettive per l’intera regione.

La Commissione ha sottolineato come il rallentamento dello slancio di crescita in Cina e l’incertezza per le trattative commerciali tra USA e Cina siano stati tra i principali rischi a pesare sulle prospettive a breve termine.

La CE ora si aspetta una crescita dell’1,3% nel 2019, rispetto alla previsione di novembre dell’1,9%, e dell’1,6% per il 2020, in confronto al 2,0% precedente.

La riduzione non dovrebbe sorprendere i mercati in quanto gli economisti hanno costantemente ridotto le loro previsioni sulla scia dei dati economici deboli e dell’aumento delle tensioni commerciali globali.

Gli economisti intervistati da FocusEconomics hanno tagliato le previsioni sulla crescita 2019 per la regione all’1,5% alla fine di gennaio, dall’1,6% precedente.

“L’apatia dei commerci globali e il sentimento ribassista peseranno sullo slancio della zona euro, sebbene un mercato del lavoro teso, la politica monetaria accomodante e l’inflazione bassa possano fornire un certo sollievo”, si legge nel report, in cui vengono sottolineati al contempo i rischi ribassisti dovuti a fattori esterni. “L’aumento del protezionismo globale, il brusco rallentamento dell’economia globale e la volatilità dei mercati finanziari sono tutti dei rischi”.

Peter Vanden Houte, capo economista di ING per il Belgio e la zona euro, avverte che “il picco della crescita è ormai passato”.

Prevede una crescita di solo l’1,4% per la zona euro quest’anno e ribadisce che i rischi sono inclinati al ribasso.

“Date le circostanze, vediamo pochi incentivi affinché la BCE inasprisca la politica monetaria. Pensiamo ancora che possa esserci un piccolo aumento del tasso di deposito, tra i 15 e i 20 punti base, nel quarto trimestre del 2019 per cominciare a mettere via il secondo strumento per combattere la deflazione, ma è tutt’altro che certo”, ha affermato.

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