Usa, inflazione rallenta ai minimi di gennaio. Wall Street e le Borse volano

Investing.com

Pubblicato 10.11.2022 14:32

Aggiornato 10.11.2022 14:53

Di Alessandro Albano

Investing.com - Rallenta oltre il consenso l'indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti, dando un forte boost agli indici azionari e alle speranze degli investitori per un Fed pivot prima del previsto.

Come mostrato dal Bureau of Labor Statistics, l'IPC è aumentato del 7,7% su base annua rispetto al +8,2% del mese precedente e al di sotto dell'8,0% atteso dal consenso raccolto da Investing.com.

La lettura, ha spiegato l'ufficio statistico, rappresenta "l'aumento più basso aumento su 12 mesi dal gennaio scorso".

L'indice core- esclude alimentari ed energia - è aumentato del 6,3% su base annuale dal 6,6% di settembre (consenso +6,5%), mentre l'indice energetico è aumentato del 17,6% con il +10,9% del paniere degli alimentari. Aumenti, questi, tutti più bassi di quelli registrati a settembre e nei mesi estivi.

Guardando la congiuntura, l'inflazione al consumo ha registrato un aumento dello 0,4% ad ottobre come nel precedente, ma al di sotto del +0,6% stimato dagli economisti.

Dopo la lettura, lo S&P 500 schizza al +3,4%, il Nasdaq 100 segna il +4,7%, mentre il Dow Jones è in aumento del 2,3%. Al contrario, i rendimenti sul titolo a 10 anni sono in diminuzione di oltre il 5% in area 3,9%.

Effetto domino in Europa, dove l'Euro Stoxx 50 accelera al 2,3%, mentre ad Hong Kong i future sull'Hang Seng balzano al +4%.

Con la Fed che per la quarta volta ha aumentato i tassi di 75 punti base nell'ultima riunione, i derivati sui fed funds per il meeting di dicembre indicano ora un rallentamento dei rialzi a 50 punti base con il 85% di possibilità.

D'altra parte, è vero che in conferenza stampa il governatore Jerome Powell ha di fatto stracciato lo statement della banca affermando che la Fed "poeterà i tassi al livello più altro del previsto".

Nella dichiarazione di politica, è stato inserito un punto che è stato interpretato come dovish. Nel determinare il ritmo dei futuri aumenti, si legge nella dichiarazione, il comitato terrà conto "dell'inasprimento cumulativo della politica monetaria, dei ritardi con cui la politica monetaria influisce sull'attività economica e sull'inflazione e degli sviluppi economici e finanziari".

Un passaggio che non è apparso nella dichiarazione della riunione di settembre e che ha lasciato intravedere un possibile rallentamento dei tassi, o Fed pivot, all'orizzonte in quanto ha preso in considerazione l'effetto cumulativo sull'economia degli aumenti decisi in questi mesi.

"Nonostante i dati positivi, la Fed manterrà il piede sul freno dell'economia statunitense per il momento, il che significa che il quinto aumento consecutivo dei tassi di interesse di 50 punti base è possibile, se non molto probabile, il mese prossimo", ha commentato il Ceo di DeVere Group Nigel Green.

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"Detto questo, i dati odierni sull'inflazione probabilmente entusiasmeranno i mercati perché significano che la Fed è ora più propensa a segnalare che rallenterà il suo ritmo di rialzo dei tassi nei mesi a venire", ha aggiunto.

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