Zona euro, guerra in Ucraina ridurrà crescita 2022 e spingerà inflazione - Ue

Reuters

Pubblicato 16.05.2022 12:07

BRUXELLES (Reuters) - L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, e la conseguente impennata dei prezzi dell'energia e delle materie prime, abbatterà la crescita della zona euro quest'anno e il prossimo e porterà l'inflazione a livelli record, secondo le previsioni della Commissione europea.

La Commissione ha tagliato le stime di crescita per i 19 paesi che utilizzano l'euro al 2,7% per quest'anno dal 4,0% previsto a febbraio poco prima dell'inizio della guerra in Ucraina. La crescita rallenterà a 2,3% il prossimo anno rispetto alle previsioni precedenti di +2,7%.

Si tratta della prima stima comprensiva dei costi economici della guerra in Ucraina per i 19 paesi che condividono l'euro e per l'Ue in generale.

"Le prospettive per l'economia europea prima dello scoppio della guerra erano di una prolungata e robusta espansione. Ma l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia ha generato nuove sfide, proprio mentre l'Ue iniziava a riprendersi dall'impatto economico della pandemia", si legge in un comunicato della Commissione.

"Con l'ulteriore pressione sui prezzi delle materie prime, che hanno portato a nuove interruzioni delle forniture e a una maggiore incertezza, la guerra sta esacerbando gli ostacoli alla crescita che già esistevano e che ci si attendeva andassero a scemare".

L'inflazione, che la Bce vuole tenere a 2%, toccherà quota 6,1% quest'anno, secondo quanto prevede la Commissione, e scenderà al 2,7% il prossimo anno. Prima della guerra, la Commissione si aspettava una crescita dei prezzi del 3,5% per il 2022 e dell'1,7% nel 2023.

Per contro, malgrado le spese governative per assorbire i crescenti prezzi dell'energia ed assorbire i milioni di rifugiati in arrivo dall'Ucraina, il deficit governativo aggregato dell'Ue dovrebbe scendere al 3,6% del Pil nel 2022 dal 4,7% nel 2021, con la graduale rimozione delle misure di supporto per il COvid-19. Il deficit dovrebbe calare a 2,5% nel 2023, secondo la Commissione.