Zona euro, inflazione gennaio rivista leggermente al rialzo, anche 'core'

Reuters

Pubblicato 23.02.2023 11:46

FRANCOFORTE (Reuters) - L'inflazione della zona euro a gennaio è stata appena più alta rispetto alle stime precedenti, a conferma che la crescita dei prezzi è ormai ben oltre il picco, anche se le pressioni sui prezzi sottostanti non mostrano ancora segni di attenuazione.

In base ai dati Eurostat, l'inflazione dei prezzi al consumo nei 20 Paesi della zona euro è scesa all'8,6% a gennaio dal 9,2% del mese precedente, appena sopra l'8,5% stimato all'inizio del mese, in cui non erano stati ancora inclusi i dati della Germania, la prima economia europea.

I dati rappresentano probabilmente ancora una lettura negativa per la Banca centrale europea in quanto le revisioni mostrano che l'inflazione 'core', ovvero la crescita dei prezzi al netto delle componenti volatili dei generi alimentari e dei carburanti, è accelerata al 5,3% dal 5,2%, in contrasto con i dati iniziali che indicavano un ritmo stabile.

La Bce ha alzato i tassi di tre punti percentuali da luglio per contenere l'inflazione e i banchieri centrali ora temono che quella che inizialmente era un'impennata guidata dai costi dell'energia si stia estendendo con un impatto su tutti i settori.

I timori per l'inflazione sottostante hanno dominato i commenti pubblici dei banchieri centrali nelle ultime settimane e alcuni hanno sostenuto che i rialzi dei tassi non dovrebbero fermarsi fino a quando non ci sarà una chiara inversione di tendenza nell'andamento dei prezzi 'core'.

L'inflazione dei servizi, che rappresenta la maggior componente dell'inflazione 'core', è stata rivista al rialzo al 4,4% dal 4,2%, probabilmente preoccupando alcuni poiché i servizi riflettono principalmente la crescita dei salari e le retribuzioni dei dipendenti stanno adesso aumentando al ritmo più rapido degli ultimi anni, anche se la crescita reale o corretta per l'inflazione è ancora negativa.

L'inflazione sottostante riflette meglio l'andamento futuro dei prezzi, quindi un tasso che si mantiene al di sopra del target del 2% fissato dalla Bce aumenta il rischio di una lettura persistentemente oltre l'obiettivo.