Poco probabile un intervento della Fed; speculazioni su giugno

Investing.com

Pubblicato 25.04.2016 14:30

I mercati non prevedono un intervento della Fed; si specula su una possibile decisione a giugno

Investing.com - Con i mercati che escludono la possibilità di un aumento dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed) mercoledì, gli analisti si interrogano sulla possibilità che la banca centrale statunitense scelga o meno di intervenire i occasione del prossimo vertice, in agenda a giugno.

Mercati ed analisti si trovano in disaccordo e dai federal funds rate emerge che la possibilità di un aumento dei tassi a giugno è pari solo al 20%.

Tuttavia, 50 economisti su 80 intervistati da Reuters prevedono che il prossimo aumento da parte del FOMC, la commissione che decide la politica monetaria della banca centrale, verrà annunciato a giugno, secondo un sondaggio pubblicato venerdì, ed un sondaggio del Wall Street Journal, reso noto all’inizio del mese, ha mostrato una posizione simile, con il 75% degli intervistati che si aspettano un intervento in occasione del prossimo vertice.

Inoltre, il Presidente della Fed di Boston Eric Rosengren, che quest’anno gode di diritto di voto al FOMC, la scorsa settimana ha dichiarato per la seconda volta che i mercati finanziari sono troppo pessimisti.

“Sebbene ritenga assolutamente appropriato procedere in modo graduale con l’aumento dei tassi, non vedo dei rischi così alti né prospettive così pessimistiche da giustificare il livello eccezionalmente basso dei tassi di interesse rispecchiato dai mercati dei futures finanziari”, ha dichiarato Rosengren.

A questo proposito, gli esperti di Danske Bank sottolineano che “la domanda più importante è se la Fed lascerà o meno la porta aperta ad un aumento dei tassi a giugno”.

In generale, gli analisti hanno dichiarato che seguiranno da vicino la dichiarazione del FOMC che sarà pubblicata mercoledì prestando particolare attenzione alla valutazione dei rischi.

Nella dichiarazione di marzo, la Fed ha dichiarato che “gli sviluppi economici e finanziari globali continuano a presentare dei rischi”.

“Visto che l’aumento dell’inflazione core non ‘ha dimostrato di essere duraturo’ e che la crescita è rallentata nel primo trimestre, è troppo presto per la Fed per affermare che ‘i rischi sono quasi bilanciati’, chiudendo quindi implicitamente la porta ad un aumento a giugno, secondo noi”, si legge nel report rilasciato questo lunedì da Danske Bank.

Morgan Stanley (NYSE:MS) sembra essere d’accordo dalla nota pubblicata venerdì in cui spiega che “la crescita lenta e le condizioni finanziarie ancora più dure della media rendono poco probabile che il FOMC reinserisca una valutazione dei rischi”.

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Secondo gli analisti “non ci saranno segnali di un aumento dei tassi in occasione del vertice di giugno”.

Difatti, le previsioni economiche deboli hanno spinto la Fed di Atlanta a rivedere al ribasso le previsioni sul PIL del primo trimestre a solo lo 0,3% secondo il dato del 19 aprile, rispetto all’1,7% del primo aggiornamento dopo l’ultimo vertice del FOMC.

Tuttavia, Rabobank ha spiegato che “parte dell’indebolimento della crescita del PIL del primo trimestre può essere attribuito ad un problema di stagionalità residua che non è ancora stato del tutto risolto”.

Gli esperti insistono che solo se la crescita non dovesse aumentare nel secondo trimestre la Fed rinuncerà ai due aumenti dei tassi previsti per quest’anno, la media stimata nelle ultime previsioni della banca centrale.

Tuttavia, Barclays (LON:BARC) asserisce che “(i funzionari della Fed) hanno bisogno di prove che l’indebolimento della crescita del primo trimestre è stato transitorio e che l’inflazione si sta rafforzando”.

Neanche gli economisti di Standard Chartered (LON:STAN) si aspettano indicazioni di un aumento dei tassi a giugno alla fine del vertice di mercoledì, e notano che le aspettative sono già molto basse.

“Sembra più probabile una sorpresa meno cauta”, hanno dichiarato.

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