Tria a Sole: peggiorano crescita e deficit ma debito calerà

Reuters  |  Autore 

Pubblicato 08.08.2018 13:04

Tria a Sole: peggiorano crescita e deficit ma debito calerà

MILANO/ROMA (Reuters) - Il governo italiano vede un peggioramento della crescita e del deficit rispetto alle stime del Def della scorsa primavera, ma non mette in discussione il percorso di riduzione del debito pubblico.

Lo dice il ministro dell'Economia Giovanni Tria in una lunga intervista al Sole 24Ore.

Secondo Tria, la crescita scende all'1,2% quest'anno (da 1,5%) e all'1,0-1,1% nel 2019 (da 1,4%), mentre l'indebitamento tendenziale, ovvero a legislazione vigente, è già 1,2% nel 2019 contro lo 0,8% indicato nel Def.

Lo scarto sarebbe di 0,4 punti ma occorre aggiornarlo a settembre con "il livello dei rendimenti (dei titoli di stato) su cui basare le previsioni definitive".

Inoltre, dice Tria, "a questo si aggiungono 12,4 miliardi necessari a fermare le clausole di salvaguardia sull'Iva".

Si tratta di circa 0,8 punti di Pil.

A inizio luglio, due fonti vicine alla situazione avevano riferito a Reuters che il governo punta ad alzare il target in area 1,4%, dunque di sforare di 0,6 punti.

Il governo ha tempo fino a settembre per approvare le nuove stime di finanza pubblica che poi vengono trasmesse alla Commissione europea.

"Stiamo dialogando con la commissione Ue per evitare una correzione che sarebbe troppo pro-ciclica", ha detto Tria.

In una conferenza stampa, il premier Giuseppe Conte ha detto che nelle richieste a Bruxelles, "saremo molto seri, duri e rigorosi ma né irragionevoli né scriteriati".

Il Def indica per il 2018 il debito/Pil a 130,8% che calerebbe nel 2019 a 128%.

Il calo del debito "non è in discussione" dice il ministro ma "ci sarebbe un rallentamento rispetto ai tendenziali previsti mesi fa" che potrebbero essere compensati da un rilancio delle privatizzazioni.

Il ministro del Tesoro tenta di rassicurare sul fatto che, al di là delle posizioni euroscettiche di alcuni membri del governo M5s-lega, la permanenza dell'Italia nell'euro non è "in alcun modo" in discussione nella linea ufficiale del governo.

RISORSE MANOVRA TAGLIANDO DEDUZIONI E DETRAZIONI

Il mercato obbligazionario è stato molto nervoso la scorsa settimana in vista della messa a punto della manovra d'autunno proprio sui timori che la componente euroscettica e anti Ue della maggioranza prevalga. Lo spread è arrivato a toccare i 270 punti, massimo dall'8 giugno. Il governo ha ottenuto la fiducia delle Camere il 5 giugno.

A Tria non risulta una fuga dai titoli italiani, ma piuttosto di movimenti su futures e Cds che in un mese di volumi sottili come agosto causano fluttuazioni sui prezzi.

Lo spread Btp/Bund stringe a fine mattinata sul minimo intraday di 242 pb da 247 della chiusura ieri, con il rendimento 10 anni a 2,8% da 2,88%.

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Tria, in vista del vertice odierno di maggioranza sulla manovra, ribadisce la necessità di avviare con la legge di Bilancio 2019 l'introduzione del reddito di cittadinanza e della riforma fiscale, rispetto alla quale si lavora a ipotesi di riduzione del numero delle aliquote a tre ma anche a un abbassamento del loro livello.

In campagna elettorale il leader della Lega Matteo Salvini ha parlato di flat tax al 15%.

Per finanziare la riforma fiscale sarà necessaria un'ampia revisione dei bonus fiscali, compresi gli 80 euro del governo Renzi, mentre il ministro intende confermare super e iper ammortamento.

Per Conte una fonte "significativa di risorse per la manovra arriverà dal riordino delle tax expenditure [deduzioni e detrazioni fiscali] e dalla ridefinizione di queste agevolazioni".

Per quel che riguarda le grandi opere, il ministro dice al Sole che, per esempio, la Tav è una delle grandi opere che "fanno parte di piani di infrastrutturazione europei che non vanno messi in discussione" e ipotizza un ruolo più attivo di Eni (MI:ENI), Enel (MI:ENEI), Ferrovie e Cdp senza dettagliare oltre.

Lega e M5s sono in disaccordo sulle grandi opere.