UE chiede nuove misure ma Tria rifiuta e va avanti: procedura a un passo

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Pubblicato 14.06.2019 15:35

UE chiede nuove misure ma Tria rifiuta e va avanti: procedura a un passo

Di Mauro Speranza

Investing.com - Prosegue il dibattito tra l’Unione europea e l’Italia mentre proseguono i passi che portano alla procedura di infrazione per debito verso il nostro paese.

L’attacco all’Italia è arrivato, in misure diverse, dai 18 ministri delle Finanze della zona euro, i quali hanno dato un messaggio chiaro al governo: nuove misure o la procedura andrà avanti.

“L’Italia deve presentare interventi addizionali”, ha detto Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione UE. Tali misure, spiega Dombrovskis, potrebbero essere “tenute in considerazione prima di fare i prossimi passi della procedura”.

"Non mi aspetto intenzioni, ma fatti, cifre e dati”, ha intimato Pierre Moscovici. “Siamo pronti, nel caso, ad andare avanti verso una procedura e siamo sulla buona strada. Ma la mia porta e' aperta, tutto è ancora evitabile", ha aggiunto.

Stessa musica è arrivata dalla Francia, con il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, il quale ha invitato il governo a “chiarire nei prossimi giorni con l’Unione europea come intende evitare un’azione disciplinare sul debito da parte dell’Unione europea”.

Gli interventi sono arrivati in risposta alle parole del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, il quale negava la necessità di adottare nuove misure di bilancio per adempiere alle regole Ue.

"Il negoziato è in corso, dimostreremo che abbiamo dei target di deficit che ci mettono in posizione di sicurezza. Non servono misure correttive", ha affermato Tria.

"Dobbiamo raggiungere il deficit che ho indicato, che è anche compensativo del mancato raggiungimento dell'obiettivo del 2018. Pensiamo di raggiungerlo senza variazioni legislative", ha aggiunto Tria.

Il prossimo passo è atteso per il 9 luglio quando si riunirà l’Ecofin. Senza misure 'sostanziali' di correzione dei conti per il 2019 e per il 2020, però, sarò sancirà l'apertura di una procedura contro l'Italia per violazione della regola del debito. Entro tre settimane al massimo dunque, senza nessun rinvio.

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