Anteprima Fed: nessun rialzo in vista, più dettagli su rolloff bilancio

Investing.com

Pubblicato 26.01.2022 14:55

Aggiornato 26.01.2022 16:05

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Non è un compito facile per Jerome Powell. Da una parte c'è un'inflazione ai livelli dell'era Volcker, dall'altra un mercato entrato in correzione e non ancora a suo agio con il nuovo ciclo economico post-pandemico. Gli operatori non si aspettano un cambio di politica nella decisione di questa sera (20:00 CET), ma faranno molta attenzione alla forward guidance ed in particolar modo sull'inizio del tightening di bilancio. 

"La Fed annuncerà l'ultimo round di acquisti nella riunione di oggi, mentre il presidente Powell segnalerà il primo rialzo dei tassi alla riunione di marzo", affermano gli analisti da Bank of America (NYSE:BAC), mentre per Societe Generale (PA:SOGN) la banca centrale "respingerà le previsioni di mercato di oltre quattro rialzi per il 2022". 

Un aumento dei prezzi del 7%, unito alla rapida ripresa del mercato del lavoro, ha reso necessaria una normalizzazione di politica monetaria, con la Fed che nell'ultima riunione di dicembre ha dichiarato che terminerà il programma d’emergenza di acquisto di asset a marzo segnalando almeno tre rialzi del tasso d’interesse di riferimento nel 2022. 

Abituati ad un contesto di (quasi) zero lower bound, i mercati hanno avuto un periodo di assestamento ma ora, secondo i futures CME, sono 4 gli aumenti dei tassi che vengono incorporati nei prezzi. Quello che ha colpito maggiormente, secondo molti analisti, è stato l'annuncio del roll-off di bilancio, un percorso che potrebbe portare ad uno shock di liquidità sui mercati abituati ai continui interventi della banca centrale. 

"Le voci sulla riduzione delle dimensioni del bilancio sono state un po’ una sorpresa", ha scritto in una nota di ricerca Stéphan Monier, Chief Investment Officer di Lombard Odier Private Bank. "Grazie gli acquisti di asset, la Fed ha più che raddoppiato il bilancio dall’inizio della pandemia: gli asset totali sono balzati da 4,2 trilioni di dollari a febbraio 2020 a 8,8 trilioni di dollari all’inizio di quest’anno, pari al 40% del prodotto interno lordo del paese".

Ma perché questo è importante per gli investitori? Durante la pandemia, spiega Monier, "la strategia congiunta di acquisto di titoli sovrani - limitando il pool di asset sicuri a disposizione degli investitori - insieme ai tassi di interesse storicamente bassi, ha calmato i mercati e spinto gli indici azionari a livelli record". E ora che quel sostegno si sta allentando e i tassi stanno per salire, questo avrà "implicazioni in tutte le asset class". 

"In termini economici - aggiunge il Cio della banca svizzera - non ci resta che domandarci quando gli aumenti dei tassi inizieranno a frenare la crescita degli Stati Uniti. Come risposta, possiamo guardare al costo del capitale, confrontando la crescita del potenziale produttivo dell’economica con i tassi di interesse a 10 anni corretti per l’inflazione. I tassi reali sono saliti da -1% all’inizio di quest’anno a circa -0,75% attualmente, il loro livello più alto in nove mesi e, nonostante il rialzo, rimarranno bassi in termini storici. Anche i tre rialzi dei tassi di 25 punti base previsti per il 2022 potrebbero far fatica a portare i tassi reali statunitensi in territorio positivo nel 2022. Il ciclo precedente ha raggiunto il picco nel 2018 con tassi reali all’1% e il tasso nominale a 10 anni al 3%".

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Cosa comporta questo per le asset class? Secondo il gestore, le azioni registreranno "una buona performance in tutto il 2022, assorbendo l’impatto dei rialzi dei tassi" finché la crescita economica rimarrà solida". In questo contesto inflazionistico, tuttavia, gli investitori farebbero meglio a "favorire le aziende che sono maggiormente in grado di proteggere i loro ricavi dall’aumento dei costi come i titoli value".

In misura minore, precisa l'esperto, "anche i nomi ciclici selettivi dovrebbero beneficiare della solida attività economica, mentre le small cap sembrano avere valutazioni interessanti".

In linea con la normalizzazione delle politiche negli Stati Uniti e nell’eurozona, Lombardier Odier punta su "obbligazioni con scadenza breve e il debito corporate a tasso variabile", mentre a livello di asset class "siamo sottopesati sia per titoli di stato e il credito investment grade rispetto al credito asiatico in dollari e il debito cinese denominato in renminbi che offrono possibilità di diversificazione del portafoglio". 

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