Banche italiane al sicuro da crisi Credit Suisse e Deutsche Bank - Scope

Investing.com  |  Autore Alessandro Albano

Pubblicato 05.04.2023 13:20

Aggiornato 05.04.2023 13:44

Di Alessandro Albano

Investing.com - I profili di finanziamento e liquidità delle banche italiane sono solidi, con la stabilità dei depositi retail e la gestione del rischio del tasso d'interesse che le allontanano dai rischi provocati dalle recenti turbolenze bancarie di Deutsche Bank (ETR:DBKGn) e Credit Suisse (SIX:CSGN).

A scriverlo è Scope Ratings nell'ultimo report dedicato alla vicenda e intitolato Italian banks: solid funding and liquidity against challenging backdrop.

"Gli indici di copertura della liquidità e di finanziamento stabile netto delle banche italiane sono ben al di sopra dei requisiti. Anche se l'LCR tornerà ai livelli pre-pandemia entro la metà del 2024, quando le banche italiane avranno rimborsato completamente il TLTRO III, ci aspettiamo che i rapporti rimangano a distanza di sicurezza al di sopra dei requisiti", ha dichiarato Alessandro Boratti, capo analista di Scope per le banche italiane.

"Inoltre, gli istituti di credito italiani hanno una percentuale molto più elevata di fondi dei clienti coperti dal sistema di garanzia dei depositi rispetto agli istituti che hanno recentemente affrontato elevati deflussi", ha aggiunto.

Gli asset comprendono una percentuale elevata di titoli di Stato non vincolati, ma "le potenziali perdite non realizzate sui titoli di debito detenuti dalle banche italiane è ridotto", spiega Scope in quanto gli istituti gestiscono "attivamente il rischio di tasso di interesse nel loro portafoglio bancario attraverso il mercato degli swap o acquistando più debito a tasso variabile".

Guardando ai depositi, Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), UniCredit (BIT:CRDI), Banco Bpm (BIT:BAMI), Monte dei Paschi (BIT:BMPS), Bper Banca (BIT:EMII), Mediobanca (BIT:MDBI), Credito Emiliano (BIT:EMBI), e Popolare di Sondrio (BIT:BPSI), hanno livelli di deposito da clienti retail molto alti che "rappresentano quasi il 45% dei depositi totali", con il repricing che "finora è stato basso".

"La recente volatilità dei mercati potrebbe ostacolare l'accesso delle banche italiane al mercato all'ingrosso, ma il fabbisogno di emissioni è basso poiché le banche hanno anticipato parte dei loro piani di finanziamento annuali negli ultimi due trimestri, limitando la loro esposizione alle turbolenze del mercato", ha affermato Boratti, sottolineando che "i due terzi della raccolta delle banche italiane derivano dai depositi dei clienti".

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