Corte tedesca: “QE viola in parte il trattato” e lancia ultimatum a BCE

Investing.com

Pubblicato 05.05.2020 11:26

Investing.com – Sentenza controversa da parte della Corte costituzionale tedesca sul Quantitative Easing della Banca centrale europea, attesa dai mercati per la giornata di oggi.

“Il Programma di acquisti” della BCE, spiegano i giudici tedeschi “è una decisione della Bce 'ultra vires', ovvero "al di là dei poteri" della banca centrale”, ma “visto che i trattati assegnano alla Corte europea il mandato di interpretare l'applicazione delle misure, va rispettata la decisione di legittimità adottata a suo tempo da quest'ultima”. Anche perché "se ogni stato invocasse l'autorità di decidere della validità di atti dell'Ue, questo ne minerebbe la applicazione uniforme".

"In linea di principio”, aggiungono i giudici di Karlsruhe “alcune tensioni sono inerenti al progetto dell'Unione europea" e quindi "devono essere risolte in modo cooperativo, in linea con lo spirito dell'integrazione europea e mitigati attraverso il rispetto e la comprensione reciproci. Ciò riflette la natura dell'Unione europea, che si basa sulla cooperazione multilivello di Stati sovrani, costituzioni, amministrazioni e tribunali".

Tuttavia, attacca la Corte tedesca, "la valutazione della Corte Europea di Giustizia non soddisfa i criteri di una revisione comprensibile" sull'effettivo rispetto da parte della Bce dei limiti del suo mandato. Anzi, si obietta, "contraddice l'approccio metodologico adottato dalla CGUE praticamente in tutti gli altri settori del diritto dell'UE".

Un programma di acquisti di titoli di stato, come il PSPP, "che ha significativi effetti di politica economica richiede che gli obiettivi di politica monetaria del programma e gli effetti di politica economica siano identificati, ponderati ed equilibrati l'uno rispetto all'altro", osservano i giudici tedeschi. Invece, "perseguendo incondizionatamente l'obiettivo di politica monetaria del Programma - raggiungere tassi di inflazione inferiori, ma prossimi al 2% - e ignorando i suoi effetti di politica economica, la Bce ignora palesemente il principio di proporzionalità" e le sue "decisioni controverse eccedono il mandato di politica monetaria" assegnato all'Eurotower.

Per la Corte "non è possibile determinare se il PSPP violi" la Costituzione tedesca o la responsabilità di bilancio del Bundestag, anche perché "non prevede un regime di condivisione dei rischi" fra la Bce e le singole banche centrali "che sarebbe anche inammissibile".

Tuttavia, è il monito dei giudici costituzionali tedeschi, "sulla base della loro responsabilità, il governo federale e il Bundestag tedesco hanno il dovere di adottare misure attive contro il PSPP nella sua forma attuale".

Parole molto dure che rischiano di mettere in forte difficoltà la cancelliera Merkel nel momento in cui Berlino è chiamata a uno 'sforzo' di solidarietà economica nei confronti dei partner europei colpiti dalla pandemia.

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Infine, si legge nella sentenza, “la Bundesbank potrebbe non partecipare più all'attuazione e all'esecuzione delle decisioni della BCE”, “dopo un periodo transitorio non superiore a tre mesi che consentirà il necessario coordinamento con l'Eurosistema”, ma il Consiglio Direttivo della BCE potrà adottare “una nuova decisione per dimostrare in modo comprensibile e comprovato che gli obiettivi di politica monetaria perseguiti dal PSPP non sono sproporzionati rispetto agli effetti di politica economica e fiscale risultanti dal programma”.

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