Fed potrebbe alzare i tassi prima del tempo

Investing.com

Pubblicato 13.05.2021 15:02

Aggiornato 13.05.2021 15:15

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Il dato sull'inflazione CPI di mercoledì ha sollevato nuove domande circa la posizione della Federal Reserve, creando un certo nervosismo sui mercati. La banca di Jerome Powell ritiene l'aumento dei prezzi al consumo un "fattore transitorio" e non così determinante da poter portare ad una review della politica monetaria. Il target principale della Fed è infatti la massima occupazione, ancora lontana secondo i recenti indicatori, e l'indice preferito dalla banca per leggere l'inflazione è il PCE.

I segnali d'inflazione, tuttavia, sono ormai evidenti in diversi segmenti dell'economia, e una revisione del costo del denaro potrebbe essere necessaria prima del 2024 (indicazione data dalla banca nella riunione di gennaio) per evitare un'accelerazione sostenuta dell'inflazione. 

"Il punto è se questo aumento di inflazione sia transitorio o sia destinato a durare. E lo dirà il tempo. Ritengo che sia destinato a durare fino a quando i costi del lavoro e delle materie prime non ne mitigheranno in parte gli effetti", afferma Peter Tuz, presidente di Chase Investment Counsel. "Si può chiaramente pensare che la Fed debba modificare la politica accomodante prima del previsto". 

Per ING (AS:INGA), ci sono prove di "un aumento sostenuto della pressione sui prezzi" che "fanno dubitare la posizione della Fed secondo cui l'aumento è transitorio", ed è possibile che la banca "finisca per aumentare i tassi molto prima del 2024". 

L'inflazione complessiva è aumentata dello 0,8% su base mensile rispetto allo 0,2% di consenso, mentre la componente core (alimenti ed energia esclusi) è aumentata dello 0,9% contro lo 0,3% previsto, segnando la lettura mensile più lata dal settembre 2009 e la più alta lettura di base dal 1981, con tassi annuali rispettivamente al +4,2% e al +3%.

La sorpresa è arrivata dai prezzi delle auto usate, balzate del 10% su base mensile, mentre i prezzi dei veicoli nuovi sono aumentati dello 0,5%. L'utlimo dato, secondo James Knightley, Chief International Economist della banca olandese, "offre ulteriori prove delle interruzioni dell'offerta nel settore dei chip per semiconduttori, su cui i produttori di auto sono stati molto espliciti e, allo stesso tempo, indica che gli acquirenti hanno denaro da bruciare, quindi i prezzi aumentano".

Gli aumenti relativi alle riaperture sono evidenti anche negli altri settori, con i prezzi delle attività ricreative in aumento dello 0,9%, le materie prime in aumento dell'1,1%, il cibo in aumento dello 0,4% e l'istruzione ed abbigliamento entrambi al +0,3% su base mensile.

IPC aumenterà nei prossimi mesi

Per l'economista di ING, è possibile che l'inflazione "aumenterà ulteriormente nei prossimi due mesi, in quanto i livelli dei prezzi in un'economia vivace e in rafforzamento che ha vincoli di offerta, si contrastano nettamente con quelli di dodici mesi fa, quando l'economia era in lockdown e i prezzi venivano tagliati per generare flusso di cassa".

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"Per avere un IPC principale al 4,5% e un dato core al 3,3% nel mese di maggio, dovremmo avere una lettura mensile del +0,2%. I rischi sono decisamente al rialzo".

"E' vero - spiega Knightley - che i tassi annuali d'inflazione dovrebbero iniziare a ridursi man mano che ci spostiamo nel terzo trimestre, con il lockdwon che non verrà più incluso nel calcolo". Tuttavia, l'economista non è così ottimista come la Federal Reserve nel pensare che "questo sia puramente transitorio e che torneremo rapidamente al 2% e rimarremo su quei livelli".

Contrasto domanda/offerta

Il fattore principale per un aumento sostenuto è l'economia alimentata dagli stimoli e la sua forte espansione. Secondo le previsioni di ING,  la produzione terminerà l'anno "più in alto di quanto avrebbe fatto se non ci fosse stata una pandemia" e sulla base del trend 2014-19. "La pandemia ha però causato cicatrici nell'economia, il che significa che siamo preoccupati che la capacità di offerta non sarà in grado di tenere il passo con questa domanda".

E la domanda si vede anche nell'aumento delle tariffe di merci e di trasporto che, combinate con l'interruzione della catena di approvvigionamento e la carenza di componenti, hanno portato ad un aumento dei costi. ING mette in evidenza la carenza di manodopera, in aumento in quanto "l'istruzione a casa richiede che molti genitori si concentrino sulla cura dei bambini piuttosto che andare a lavorare, mentre i sussidi di disoccupazione estesi e aumentati significano che le aziende devono pagare stipendi più alti per attirare personale".

Inoltre, l'indagine NFIB sulle piccole imprese per aprile ha mostrato un aumento di dieci punti percentuali nelle imprese che attualmente stanno aumentando i prezzi a un 36% netto - la lettura più alta dal 1981 - mentre lo stesso saldo netto è stato registrato per quelle aziende che cercano di aumentare i prezzi nei prossimi 3 mesi. "Letture simili si vedono in altre indagini regionali, il che suggerisce che i rischi sono distorti da un periodo più prolungato di letture elevate dell'inflazione", spiega l'economista. 

Insomma, con l'economia in ripresa, il ritorno di posti di lavoro e l'inflazione che probabilmente rimarrà più alta più a lungo, per ING "ci sono sempre più indicazioni per un aumento dei tassi di interesse nel primo trimestre 2023, rispetto a quanto previsto dalla Fed (inizio 2024)".

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