Inflazione al picco, ma non ci sono buone notizie per l'azionario - Berenberg

Investing.com

Pubblicato 05.12.2022 08:53

Aggiornato 05.12.2022 09:08

Investing.com - Ci sono segnali che indicano come l'inflazione possa aver raggiunto il suo picco. A scriverlo sono gli analisti di Berenberg, i quali in una nota di ricerca spiegano come la banca abbia analizzato i tassi di inflazione nelle 40 maggiori economie del mondo, con il tasso mediano di inflazione (CPI) attualmente al 10%, il "livello più alto dal 1982, che si confronta con l'1,7% all'inizio del 2021".

"Il mondo sta vivendo un forte shock inflazionistico per una serie di ragioni. Oltre il 90% dei Paesi da noi monitorati presenta una tendenza al rialzo dell'inflazione, calcolata come variazione su 12 mesi dei tassi di inflazione. Questo livello del 90% è stato superato tre volte dall'inizio degli anni Sessanta: febbraio 1974, marzo 1980 e luglio 2008. L'inflazione mediana globale ha raggiunto il suo picco entro 1-2 mesi da questi precedenti superamenti del 90%. Ciò è coerente con i segnali di prezzo - ad esempio i prezzi del petrolio, i costi di spedizione - che suggeriscono che i tassi d'inflazione globale scenderanno bruscamente nel 2023", hanno scritto gli analisti della banca tedesca.

Ricordiamo che sia nell'area euro che negli Stati Uniti le ultime letture sull'IPC hanno indicato un deciso rallentamento dei prezzi, con l'indice che è tornato ai livelli che si vedevano da diversi mesi liberano la strada per importanti rialzi dello S&P 500 e degli altri indici azionari. 

Ma nonostante questo, aggiungono gli esperti, dalle letture emergono "messaggi contrastanti" per i mercati azionari.

Inserendo il quadro dei prezzi attuale nel contesto storico, dalla banca scrivono: "Nel 1974, i mercati azionari (statunitensi) sono scesi del 27% nei mesi successivi al segnale di picco dell'inflazione. Nel 1980, i mercati azionari statunitensi hanno registrato un aumento del 21% a meno di un anno dall'attivazione del segnale di picco, mentre nel 2008 sono scesi del 36% nei mesi successivi al segnale del 2008. Nei due anni successivi al segnale iniziale di picco dell'inflazione (violazione del 90%), i mercati azionari sono scesi in media del 3%, con un intervallo compreso tra +6% e -15%. Se da un lato questo è stato un forte segnale di picco dell'inflazione, dall'altro non è stato un segnale forte (o coerente) per gli investitori di acquistare azioni". 

La conclusione è che c'è un "chiaro supporto" per tassi d'inflazione che raggiungeranno il picco e si ridurranno bruscamente nel 2023, mentre nel complesso Berenberg ritiene che i mercati azionari debbano ancora affrontare "molti venti contrari prima di concentrarsi sulla ripresa post-recessione".

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