Perché Francoforte non seguirà la Fed sui tassi e QE

Investing.com

Pubblicato 22.06.2021 10:57

Aggiornato 22.06.2021 11:10

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Dopo la svolta della Federal Reserve, che ora prevede fino a due aumenti dei tassi nel 2023, gli operatori hanno girato lo sguardo verso la Banca Centrale Europea per capire se il segnale hawkish lanciato dal Marriner S.Eccles Building verrà ascoltato anche a Francoforte. 

Con i funzionari Fed che hanno iniziato a discutere di tapering, nell'ultima audizione, tenuta ieri al Parlamento UE, la presidente della BCE Christine Lagarde ha dovuto chiarire la posizione della banca affermando che area euro e Stati Uniti "sono chiaramente in situazioni differenti" in termini di inflazione. 

Gli effetti dell'aumento dei prezzi osservato in Nord America "dovrebbero essere moderati" sull'inflazione armonizzata della zona euro, ha detto l'ex FMI, aggiungendo che "non è ancora il momento di permettere un incremento dei tassi d'interesse" e che l'istituto "manterrà condizioni di finanziamento favorevoli".

Un aumento dei tassi, inoltre, potrebbe tradursi "in un restringimento delle condizioni di finanziamento", con rischi "per la ripresa economica ora in corso" e "per l'outlook sull'inflazione". 

Insomma, per Lagarde niente modifiche al programma PEPP e aumento tassi ancora all'orizzonte, nonostante l'ala dei "falchi" guidata da banchieri come Weidmann della Bundesbank che spingono per un ripensamento degli stimoli monetari.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs (NYSE:GS), "il Consiglio direttivo potrebbe essere più fiducioso nell'iniziare a ridurre il sostegno pandemico entro la fine dell'estate senza rischiare un forte inasprimento delle condizioni finanziarie". "Il cambiamento di comunicazione del FOMC - affermano - supporta la nostra opinione secondo cui la BCE annuncerà un rallentamento del ritmo di acquisto del PEPP a settembre, riportando il flusso di acquisto mensile ai livelli del primo trimestre".

Detto questo, la banca d'affari non si aspetta un allineamento della BCE verso J.Powell e "non comunicherà una tempistica anticipata per l'uscita dalla politica monetaria più ampia, comprese le linee guida sull'APP o il primo rialzo dei tassi".

"Questo perché l'area dell'euro ha molta più capacità inutilizzata rispetto agli Stati Uniti, l'impostazione della politica macro è più accomodante negli Stati Uniti (con condizioni finanziarie vicine al minimo storico e un impulso fiscale sostanzialmente maggiore), le pressioni inflazionistiche sottostanti rimangono più contenute nell'area dell'euro, e poi perché l'inflazione europea è stata costantemente e significativamente inferiore all'obiettivo BCE negli ultimi anni", spiegano gli esperti di Goldman. 

La banca statunitense prevede che Francoforte manterrà una posizione "altamente accomodante per molto più tempo della Fed, con il QE in corso fino a metà del 2023 e nessun aumento fino al 2025".

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La strategy review, con le discussioni iniziate in un villaggio vicino a Francoforte nell'ultimo fine settimana, "consoliderà questa divergenza politica transatlantica, con l'adozione di un obiettivo di inflazione simmetrica del 2% e una guida prospettica più forte per segnalare che la politica rimarrà molto accomodante anche durante la ripresa economica".

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