Perché la siccità dei fiumi minaccia l'economia europea

Investing.com

Pubblicato 18.08.2022 12:02

Di Alessandro Albano

Investing.com - L'inflazione europea, confermata oggi dall'Eurostat al record del +8,9% annuo, potrebbe non raffreddarsi così velocemente come sperano in BCE. Le temperature molto oltre la media e la conseguente siccità hanno portato la secca delle maggiori vie idriche europee, causando un'ulteriore aumento dei prezzi energetici - fattore principale dell'attuale inflazione.

L'ultimo monito arriva dalle autorità europee e dal settore industriale, i quali hanno avvertito che il Reno, uno dei principali corsi d'acqua in Europa, è molto vicino alla chiusura al traffico commerciale per via dei bassissimi livelli d’acqua causati dalla siccità.

Un eventuale stop al trasporto via fiume potrebbe quindi diventare un collo di bottiglia nella distribuzione tedesca, ostacolando i grandi flussi di gasolio e carbone, e causando nuovi aumenti dei prezzi delle materie prime.

Questo perché il Reno è il secondo più grande fiume dell'Europa centrale e occidentale dopo il Danubio, e la maggior parte delle circa 200 milioni di tonnellate di merci trasportate sui fiumi tedeschi - dal carbone ai pezzi di ricambio per auto, dagli alimenti ai prodotti chimici - viene trasportata lungo questo fiume.

La Waterways and Shipping Authority di Colonia, intanto, ha dichiarato che i livelli insolitamente bassi per questo periodo dell'anno hanno costretto le chiatte a ridurre il carico per poter continuare a navigare sul fiume, comportando un aumento dei prezzi e una riduzione della velocità di trasporto.

Nuovi colli di bottiglia

"Mentre la Germania si prepara a un inverno di razionamento dell'energia elettrica, a causa della riduzione dell'80% dei flussi di gas provenienti dalla Russia, l'effetto a catena della riduzione del traffico fluviale sulla produzione di energia potrebbe rappresentare un serio problema", spiega John Plassard, Director & Investment Specialist del Gruppo Mirabaud.

"Circa l'80% del trasporto merci per vie navigabili interne dipende da questo fiume, che attraversa grandi città e porti come Colonia, Düsseldorf, Rotterdam e Basilea", afferma Plassard, aggiungendo che "è particolarmente importante per il trasporto di prodotti agricoli e materie prime, come carbone e petrolio, e per la produzione di prodotti chimici".

Il settore manifatturiero tedesco ha subito "forti pressioni quando il livello delle acque del fiume era basso", ricorda l'esperto, e gli analisti temono ora che l'economia tedesca stia scivolando in una recessione a causa di un contesto caratterizzato da inflazione elevata e crescita ridotta, da difficoltà nella catena di approvvigionamento e da pressioni dovute alla guerra in Ucraina, in particolare nel settore energetico.

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"Gli industriali tedeschi prestano ora quasi lo stesso grado di attenzione al livello giornaliero dei fiumi e alla quantità di gas proveniente dalla Russia (20%, ovvero 33 milioni di metri cubi)", evidenza John Plassard, il quale ricorda l'esperienza del 2018, l'ultimo anno di secca per il Reno, che ha costretto molti produttori a sospendere la produzione, aumentando i costi e interrompendo le catene di approvvigionamento.

Un'analisi condotta dal Kiel Institute per misurare l'impatto economico legato ai bassi livelli d'acqua ha mostrato che in un mese di livelli d'acqua al di sotto della soglia dei 78 cm, la produzione industriale tedesca è circa l'1% inferiore rispetto a un mese con livelli d’acqua regolari. Nell’analisi del 2020, l'Istituto ha affermato che i bassi livelli d'acqua causano interruzioni dei trasporti che a loro volta innescano un calo economicamente significativo dell'attività.

Butterfly Effect

"I risultati dimostrano infatti che in un settore molto piccolo dell'economia, come quello della navigazione interna, fattori esogeni possono amplificarsi e avere effetti significativi a livello macroeconomico. Questo fenomeno è noto come "Effetto Farfalla (Butterfly Effect)”,

Tuttavia, questa volta l'impatto economico potrebbe essere ancora peggiore, in quanto le catene di approvvigionamento sono già state messe a dura prova dalla pandemia di Covid-19, dalla guerra in Ucraina che minaccia l'approvvigionamento energetico della Germania e dall'aumento dell'uso di chiatte più grandi (con pescaggio maggiore) sul fiume.

Sono in corso progetti per realizzare chiatte e navi a pescaggio ridotto, nonché per modificare il letto del Reno e prevedere meglio i livelli dell'acqua dopo la crisi del 2018, ma queste misure tardano a concretizzarsi.

Intanto, sono sempre di più notizie sulle aziende colpite dalla "chiusura" del Reno. I più importanti produttori quotati con impianti lungo o vicino al Reno, secondo quanto riportato da Bloomberg, sono: BASF (ETR:BASFN), Wacker Chemie (ETR:WCHG), Ems Chemie (SIX:EMSN), DSM (AS:DSMN), Umicore (LON:0RUY), Akzo Nobel (AS:AKZO) e Celanese.

"Il ridimensionamento del Reno non poteva arrivare in un momento peggiore dal punto di vista economico", avverte infine il manager del gruppo Mirabaud.

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