Quel volteggiare di falchi nel cielo sopra Mario Draghi e la BCE

Investing.com

Pubblicato 16.09.2019 16:00

Mario Draghi

Di Mauro Speranza

Investing.com – La decisione della Banca centrale europea di rilanciare il programma di Quantitative Easing arrivata la scorsa settimana ha provocato una ‘ribellione’ da parte di alcuni governatori delle banche centrali del nord Europa, i quali non hanno esitato a ignorare la consueta segretezza che caratterizza le decisioni dell’istituto europeo, pur di attaccare il banchiere italiano.

Si tratta dei ‘falchi’ presenti nel consiglio direttivo della BCE, contrari al nuovo programma di stimoli, con il quotidiano tedesco Spiegel che ha diffuso il malcontento che sembra esserci in 10 componenti sui 25 del board.

Il giornale ha anche raffigurato Draghi come una sorta di vampiro, “Draghila”, il quale succhia e svuota i nostri conti”, accusandolo di aver fatto delle scelte “durante il suo mandato” che hanno causato “perdite per miliardi”.

A capeggiare la rivolta è stato il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, lanciatosi all’attacco accusando Draghi di aver “oltrepassato il limite” con “un pacchetto di una portata non necessaria”.

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“Con la decisione di acquistare ancora più titoli di Stato, sarà ancora più difficile per la Bce uscire da questa politica”, affondava ancora Weidmann. “Più a lungo dura, più aumentano gli effetti collaterali e i rischi per la stabilità finanziaria”, ha aggiunto Weidmann, assicurando un impegno “per garantire che l’aumento dei tassi non venga ritardato inutilmente”.

Dalla Germania all’Olanda, dove l’attacco è arrivato con una nota dell’istituto centrale. “Questo ampio pacchetto di misure, in particolare il riavvio del Qe, è sproporzionato rispetto alle attuali condizioni economiche e vi sono solide ragioni per dubitare della sua efficacia. L’economia dell’eurozona sta andando a piena capacità e i salari sono in crescita. Le condizioni di finanziamento per i consumatori, le aziende e i governi sono altamente accomodanti e non oppongono alcun impedimento alla fornitura di credito, ai consumi o agli investimenti”, aggiungevano.

Un ulteriore attacco è arrivato dall’Austria questa volta tramite un’intervista rilasciata a Bloomberg dal governatore Robert Holzmann, secondo il quale presto potrebbe cambiare la politica della BCe appena annunciata, in quanto le “cose cambiano”.

“Non domani, non dopodomani ma non penso che resterà per il prossimo decennio”, ha spiegato” Holzmann, al suo esordio ieri a Francoforte, spiegando di contare anche sul successore di Draghi. “Lagarde” dice Holzmann, “non è una persona debole che dirà di sentirsi imbrigliata in un modo o nell’altro” e “spero ha aggiunto che ci sia spazio per discuterne in futuro”.

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