Recessione in arrivo? Forse solo incubi di mezza estate

FinanciaLounge

Pubblicato 17.08.2019 09:30

h2 La famosa inversione della curva dei tassi Usa è durata poco e non per forza segnala recessione in arrivo. Wall Street sulle montagne russe ma sempre in vista dei record, mentre in Europa i problemi sono seri/h2
L’inversione della curva dei tassi americani che ha fatto titolo su giornali e news tv per un paio di giorni dando la scusa alla speculazione di spingere al ribasso nella seduta del 14 agosto il Dow Jones di 800 punti è durata poche ore. Il rendimento del titolo del Tesoro a 2 anni si è portato sopra quello a 10 per 0,2 punti ma già il 15 agosto era tornato sotto, secondo i dati pubblicati ogni giorno dal Dipartimento al Tesoro americano. Una curva invertita segnala una possibile recessione in arrivo tra 12-18 mesi. Ma i fondamentali parlano di un’economia americana in salute, con il PIL che viaggia al 2-3%, la disoccupazione ai minimi, consumi che tirano e investimenti che languono. Consumi che tirano vuol dire americani che fanno ricorso a carte di debito e finanziamenti per comprare i beni durevoli, come l’auto. Ma i dati dicono che i livelli di insolvenza sono del tutto sotto controllo e non si segnala nessun eccesso che somigli alla bolla dei mutui subprime del 2006-2007. Nonostante le turbolenze di agosto Wall Street resta in vista dei record storici, a distanza di qualche punto percentuale. I prezzi delle azioni non sono a buon mercato, ma neanche eccessivi, con un rapporto tra quotazioni e utili attesi a 20 volte, intorno alla media storica.

POLITICA MONETARIA SENZA QUASI PIU’ ARMI IN EUROPA
In Europa la storia è molto diversa, l’economia è in forte rallentamento e qui sì sembra in fase pre-recessione, anche se non anticipata dall’inversione della famosa curva, con i tassi di interesse sottozero o vicini a zero. La domanda è se l’economia europea ha toccato il fondo o no. Nel secondo caso, il problema è che la Bce non ha praticamente più munizioni. E’ vero che può spingere i tassi ancora più in territorio negativo e che può rimettere mano al bazooka del quantitative easing. Ma l’esperienza del passato mostra che sono armi che hanno funzionato bene per sventare la crisi finanziaria del debito del 2011-12, ma non hanno avuto grandi effetti sulla ripresa economica e produttiva. La locomotiva tedesca si è fermata soprattutto come effetto della guerra dei dazi. Servirebbero riforme strutturali europee per rilanciare gli investimenti. E’ il compito della nuova governance europea che prenderà possesso della stanza dei bottoni solo a novembre...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge