Rinaldi (Lega) a Financialounge.com: “Se lo spread risale non è per Salvini ma per la manovra”

FinanciaLounge

Pubblicato 12.11.2019 17:34

h2 A pesare anche il rebus spagnolo, oltre all’incertezza del quadro politico. Intanto Gualtieri stima con uno spread sotto controllo altri 6,7 miliardi di euro di risparmi nel 2020, che sia aggiungono ai 2,7 già acquisti per l’anno in corso/h2
È finita la luna di miele tra i mercati e il nuovo governo di Giuseppe Conte? Lo spread che era sceso a 120 punti base proprio in prossimità della formazione dell’esecutivo M5s-Pd adesso è risalito a 161 punti, aumentando di 30 punti base in meno di un mese e le vendite sui Btp si sono accentuate, con il decennale che è schizzato questa mattina all’1,37%, superando ancora una volta il benchmark decennale della Grecia che rende l’1,35% e si attesta a 159 punti base rispetto al Bund tedesco.

RINALDI (LEGA): “PROBLEMA NON E’ SALVINI, MA UNA MANOVRA SCRITTA SULL’ACQUA”
“Sono dinamiche inerenti ai mercati”, spiega a Financialounge.com il prof. Antonio Maria Rinaldi, eurodeputato della Lega. “Gli operatori vogliono verificare se la politica del neo presidente della Bce, Christine Lagarde, sarà in linea con quella di Mario Draghi. Chi si è illuso che lo spread fosse in funzione del gradimento di una persona politica come Salvini al governo si deve ricredere, perché tutto è in funzione dell’operatività tecnica di acquisto della Bce, come è avvenuto in passato e come sarà sempre e glielo dice chi è stato direttore generale della capogruppo finanziaria dell’Eni (MI:ENI)”. Eppure il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ha indicato nel leader della Lega il problema della risalita dello spread: un suo ritorno spaventerebbe i mercati. “Credo che Gualtieri nella sua vita professionale non abbia sostenuto un solo esame di economia – rimarca Rinaldi – e non credo sappia cosa sia lo spread. La verità è che dobbiamo aspettarci una manovra aggiuntiva il prossimo anno in funzione del fatto che questa legge di bilancio è scritta sull’acqua, a partire dal recupero fantasioso di certe voci come quella dell’evasione che è campata per aria”. Il messaggio di Rinaldi è un altro: “Con la Germania che si trova in difficoltà come mai negli ultimi 17 anni bisognerebbe cogliere la palla al balzo e chiedere a Berlino, che è anch’essa in una situazione di stagnazione, di promuovere maggiore flessibilità sugli investimenti pubblici previsti con la golden rule, ovvero di scorporare dal computo del deficit la possibilità di fare investimenti produttivi”...

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** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge