Divergenza politiche Bce/Fed pesa sull'euro, possibile rottura $1,13

Investing.com

Pubblicato 17.11.2021 11:16

Aggiornato 17.11.2021 11:43

Di Alessandro Albano

Investing.com - L'Indice del dollaro torna sui valori del luglio 2020 in area 96 dopo le forti vendite al dettaglio Usa mostrate martedì, con una spinta al rialzo che arriva dalle aspettative d'inflazione e rialzo dei tassi d'interesse della Fed. 

Al contrario, la divergenza tra le politiche Fed e l'atteggiamento ultra dovish della Bce stanno pesando molto sull'euro, già in calo del 7% sul dollaro Usa nel 2021, con la coppia (EUR/CHF) che si sta avvicinando ai minimi del 2015 nonostante i tassi minori della banca centrale svizzera.

Al momento, l'EUR/USD è pressoché ferma ma è vicina alla rottura di 1,13 (livelli del luglio 2020). Lunedì, è arrivato un ampio sell sulla moneta unica dopo le parole della presidente Lagarde che ha messo a tacere le aspettative di mercato per un aumento dei tassi nel 2022 affermando che un inasprimento della politica potrebbe strozzare la ripresa economica. 

"L'euro rimane esposto al ribasso a nostro avviso", hanno affermato gli analisti di ING (AS:INGA) in una nota. "Il nostro modello basato sul fair value a breve termine mostra che un movimento al di sotto di 1,13 è effettivamente in linea con i cambiamenti nei principali driver che sono: il differenziale degli swap a breve termine, ma anche la forma relativa della curva, la performance relativa delle azioni e la propensione al rischio globale”.

Il gap tra la banca centrale europea e le mosse delle altre colleghe si fa sentire anche nel cambio con la sterlina britannica EUR/GBP soprattutto dopo che l'inflazione UK ha toccato il +4,2% YoY ad ottobre (massimi decennali), fatto che, secondo molti analisti, porterà la Bank of England ad alzare i costo del denaro nella riunione di dicembre. 

"Con il furlough scheme giunto a una conclusione positiva senza alcun aumento significativo della disoccupazione, e con un'inflazione così alta, la BoE potrebbe aver esaurito le scuse per non aumentare i tassi", ha scritto l'analista di Oanda Craig Erlam. 

Le prospettive ribassiste per l'euro sono evidenziate soprattutto nei mercati dei derivati. La volatilità implicita sull'euro/dollaro ad un mese è aumentata dell'1% nelle ultime 24 ore, mentre i "risk reversal" a tre mesi sull'euro mostrano come i premi di rischio delle opzioni call rispetto a quelle put siano ai minimi dal maggio 2020 (dati Reuters). 

"Per la seconda metà del 2022 la Fed potrebbe aver già messo in atto un aumento dei tassi d'interesse, e quanto potrebbe mettere ulteriore pressione all'euro e alle sue speranze di recupero", ha affermato Jane Foley, head del FX strategy di Rabobank. 

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