Il dollaro riguadagna terreno, si allentano le tensioni commerciali

Investing.com

Pubblicato 10.06.2019 10:24

Investing.com - Il dollaro sale contro il paniere delle valute questo lunedì, tra le indicazioni che le tensioni commerciali globali si stanno allentando, ma i guadagni restano limitati dalle aspettative di tassi di interesse USA più bassi.

Contro il paniere di altre sei valute, l’indice del dollaro USA sale dello 0,3% a 96,871 alle 04:17 ET (08:17 GMT), in lieve ripresa dopo aver chiuso la settimana scorsa con un ribasso dell’1,2%, la performance settimanale peggiore dalla settimana del 16 febbraio 2018.

Il sentimento dei mercati è stato incoraggiato dalla notizia del raggiungimento di un accordo sui migranti tra USA e Messico, per evitare una guerra di dazi. Il Presidente USA Donald Trump aveva precedentemente minacciato di imporre dazi del 5% sulle importazioni di prodotti messicani a partire da questa settimana se il paese non si fosse impegnato a controllare severamente i propri confini.

Nel corso dell’ultimo anno, gli scontri commerciali tra gli Stati Uniti ed i suoi partner, tra cui il lungo attrito con la Cina, hanno rallentato la crescita globale e scombussolato i mercati finanziari.

Le esportazioni cinesi sono inaspettatamente tornate a crescere a maggio malgrado l’aumento dei dazi USA, secondo i dati di questo lunedì, ma molti sospettano che l’aumento sia dovuto al fatto che le aziende abbiano anticipato le spedizioni per evitare dazi più alti. I timori di uno scontro commerciale prolungato tra Stati Uniti e Cina persistono.

Il gruppo dei 20 leader della finanza ieri ha affermato che le tensioni commerciali e geopolitiche si sono “intensificate”, facendo aumentare i rischi per il miglioramento della crescita globale, ma non hanno espresso la richiesta di una risoluzione dello scontro USA-Cina.

Contro lo yen, tradizionale valuta rifugio, il dollaro sale dello 0,43% a 108,64. Lo yen è salito a fine maggio sulla scia del peggioramento delle prospettive commerciali globali: la valuta tende infatti a trarre vantaggio nei periodi di stress geopolitico o finanziario in quanto il Giappone è il principale creditore al mondo.

Bart Wakabayashi, direttore della filiale di Tokyo di State Street Bank, spiega che l’incoraggiamento derivante dall’intesa USA-Messico “probabilmente contagerà l’ottimismo per la Cina e, si spera, porterà a dei progressi anche su quel fronte”.

“Abbiamo avuto trattative commerciali con l’UE e con il Giappone. Ci auspichiamo che comincino a portare ad un umore positivo che vedrebbe un’ulteriore debolezza del dollaro contro lo yen”, afferma.

Tuttavia, i rialzi del dollaro rimangono limitati dall’aumento delle aspettative che la Federal Reserve tagli i tassi di interesse nel secondo semestre.

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Queste prospettive sono state alimentate dai dati di venerdì secondo cui l’economia USA ha aggiunto molti meno posti di lavoro dei 75.000 previsti a maggio, suggerendo che la perdita di slancio dell’attività economica sta raggiungendo il mercato del lavoro.

I future dei fondi Fed mettono ancora in conto più di due aumenti di 25 punti base entro fine anno, sebbene le probabilità siano diminuite dopo l’accordo USA-Messico.

“Il mercato sta dicendo che non è una questione di “se”, ma è una questione di “quando” e a che livello avremo un taglio dei tassi quest’anno”, spiega Weston di Pepperstone.

Il dollaro australiano scende dello 0,4% a 0,6965, cedendo parte dei guadagni della scorsa settimana, quando era salito dello 0,9%.

L’euro scende di quasi lo 0,3% a 1,1298, staccandosi dal massimo di 11 settimane di 1,1348 toccato venerdì.

--Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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