Lega e M5s guardano a possibili sostituti di Tria

Reuters

Pubblicato 10.10.2018 11:29

Lega e M5s guardano a possibili sostituti di Tria

di Gavin Jones e Giuseppe Fonte

ROMA (Reuters) - La scorsa settimana a cena un importante esponente della maggioranza ha incontrato alcuni investitori internazionali, in un esclusivo ristorante di Roma. A fine serata gli è stato chiesto se avesse domande da fare. Ne aveva solo una: "Cosa fareste se Giovanni Tria si dimettesse?"

L'episodio mette in luce la posizione precaria in cui si trova il ministro dell'Economia dopo lo scontro con Lega e M5s sul deficit, fissato dal governo al 2,4% del Pil nel 2019.

Tria avrebbe voluto mantenere l'indebitamento netto sotto quota 2%. La maggioranza tuttavia si è imposta e ha messo in discussione gli impegni assunti con la Commissione europea, pur di trovare le risorse con cui finanziare il costoso programma di governo.

I mercati sono nervosi. Il tasso del Btp decennale è salito ieri al 3,72%, il nuovo massimo da febbraio 2014. Lo spread con il Bund tedesco ha raggiunto i 317 punti base per poi chiudere a 299.

"Tria è serio e competente, ma non credo che abbia pienamente compreso il suo ruolo", ha detto il politico durante la cena, a cui ha partecipato un giornalista della Reuters.

"Ha avuto la tendenza a comportarsi come l'amministratore delegato di una società privata che può agire in autonomia. E ovviamente non è così, questo è un governo politico, non tecnocratico".

Visti i rapporti deteriorati con la maggioranza, è probabile che Tria lascerà l'incarico di ministro entro pochi mesi, riferiscono a Reuters fonti governative e politiche.

"Tria vuole andare via, a prescindere dal fatto che noi siamo stufi di lui, ma prima di gennaio non succederà nulla. Bisogna approvare la legge di Bilancio in Parlamento", dice una delle fonti.

La portavoce del ministro smentisce ipotesi di dimissioni. Il fatto che Tria spingesse per un deficit inferiore a quello che poi è stato fissato è fisiologico, situazioni simili si verificano in qualsiasi governo, aggiunge.

Le relazioni tra Tria e la maggioranza hanno iniziato a incrinarsi già a giugno, con la nomina del nuovo AD di Cassa depositi e prestiti e del nuovo direttore generale di Via XX Settembre.

Le tensioni sono arrivate al culmine tre settimane fa, quando i cinque stelle hanno preteso da Tria 10 miliardi per il reddito di cittadinanza.

"Nessuno ha chiesto le dimissioni di Tria, ma mi aspetto che il ministro dell'Economia di un governo del cambiamento le risorse le trovi", ha detto il 18 settembre il vice premier e leader del Movimento cinque stelle Luigi Di Maio.

Durante la cena il politico della maggioranza non ha escluso che Tria possa restare in carica, ma ha detto che Lega e M5s hanno discusso opzioni alternative in diverse occasioni. Un potenziale sostituto sarebbe Massimo Garavaglia, esponente moderato della Lega e vice ministro dell'Economia.

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Tria potrebbe lasciare il governo anche spontaneamente, dopo il varo della manovra in Parlamento. Lui stesso ha accennato a questa possibilità parlando con collaboratori e conoscenti, hanno riferito a Reuters una fonte del Tesoro e una fonte istituzionale, nessuna delle quali ha ascoltato direttamente il ministro.

Contattata da Reuters, la portavoce ha smentito che Tria abbia espresso una simile intenzione.

A cena, rispondendo al politico, investitori e gestori di fondi hanno spiegato che non sarebbero contenti di vedere Tria andarsene. Alcuni hanno detto di essere pronti, in caso di dimissioni, a vendere asset italiani in portafoglio. Altri invece aspetterebbero di sapere chi sarà il nuovo ministro dell'Economia prima di assumere decisioni.