Reuters
Pubblicato 16.08.2018 15:56
Ponti Morandi sotto osservazione in tutta Italia dopo crollo a Genova
di Angelo Amante
ROMA (Reuters) - Il crollo del ponte Morandi sull'autostrada A10 a Genova ha fatto scattare l'allarme sulla tenuta degli altri viadotti opera dall'ingegnere romano, edificati lungo tutto il territorio nazionale. Da Genova a Firenze, passando per Roma, Benevento e Catanzaro fino ad arrivare in Sicilia. Le opere di Riccardo Morandi sono sotto osservazione.
PONTI MORANDI IN ITALIA E ALL'ESTERO
Morandi ha realizzato il progetto del ponte Vespucci sull'Arno, a Firenze, oltre che quello per il viadotto sull'autostrada Roma - Fiumicino, seguendo uno schema identico a quello del ponte collassato nel capoluogo ligure.
Si basano su un'idea di Morandi anche il viadotto Bisantis, a Catanzaro, e il San Nicola di Benevento. Il sindaco della città sannita, Clemente Mastella, ha annunciato in un post su Facebook (NASDAQ:FB) che adesso si sta valutando se chiudere il San Nicola al traffico dei mezzi pesanti.
Un caso eclatante è quello del viadotto siciliano Akragas I, che collega Agrigento a Porto Empedocle, chiuso lo scorso anno perché in cattivo stato. "Cadevano calcinacci da anni", dice Claudio Lombardo dell'associazione ambientalista Mareamico, che da tempo denuncia la pericolosità del ponte agrigentino.
Il problema dei ponti progettati da Morandi è che tra gli anni 60 e 70 l'ingegnere "non aveva a sua disposizione tecnologie e conoscenze tecniche" adeguate, dice Giuseppe Mancini, docente al Politecnico di Torino ed esperto di ponti.
Le strutture di Morandi si basavano "su schemi statici che davano forte sensibilità alle strutture nei confronti degli eventi non previsti dal progetto, anche naturali".
Morandi, ricorda il professore, ha lavorato molto anche all'estero. Sono di sua creazione anche il ponte General Rafael Urdaneta sul lago di Maracaibo, in Venezuela, edificato negli anni 60 e parzialmente crollato pochi anni dopo per la collisione con una grossa nave.
Su progetto dell'ingegnere romano è stato costruito anche il ponte sul Wadi al-Kuf, in Libia, anche questo chiuso per deterioramento strutturale.
IL CROLLO DI GENOVA: POSSIBILI CAUSE
Per quanto riguarda il viadotto genovese sul torrente Polcevera, è come se alla campata centrale "fosse mancato improvvisamente l'appoggio", e che ciò sia avvenuto in maniera repentina ha prodotto "un effetto dinamico", capace di amplificare la portata del crollo, spiega il Mancini.
Cosa sia accaduto non è chiaro, ma si può ipotizzare che le cattive condizioni meteorologiche abbiano anche giocato un ruolo, secondo l'esperto.
Conclude Mancini: "Quando la pioggia è molto intensa, lungo gli stralli si forma un torrente d'acqua...e se la massa [d'acqua] è significativa, mette in vibrazione lo strallo", vibrazioni che possono essere amplificate "dal vento, anche di non grande intensità".
Scritto da: Reuters
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