Prima seduta Parlamento, non c'è accordo su presidenze, scheda bianca PD e M5s

Reuters

Pubblicato 23.03.2018 10:56

Prima seduta Parlamento, non c'è accordo su presidenze, scheda bianca PD e M5s

ROMA (Reuters) - Parte in salita la XVIII legislatura, con la prima seduta dei neoletti questa mattina a Palazzo Madama e Montecitorio senza accordo sulle presidenze e con M5s e PD che votano per ora scheda bianca.

Ieri è saltata l'intesa fra centrodestra e Movimento 5 stelle che prevedeva l'elezione di un grillino alla testa della Camera dei deputati e del forzista Paolo Romani alla guida del Senato.

I gruppi parlamentari sono riuniti in cerca di una soluzione, ma per ora sia il Pd che il M5s nei primi due scrutini voteranno scheda bianca.

"Io un Nazareno bis non lo farò mai, non porterò mai il M5s a fare una cosa del genere", ha detto il leader dei cinque stelle Luigi Di Maio, arrivando a Montecitorio, a proposito di un possibile accordo con il centrodestra.

Dal canto suo il Pd, per bocca del suo segretario reggente Maurizio Martina, fa sapere che voterà scheda bianca.

"Il Pd vuole garantire a Camera e Senato figure di garanzia e di livello. Mi sembra che le altre forze non abbiano colto l’importanza delle scelte che siamo chiamati a fare. Noi voteremo scheda bianca", si legge in una nota.

Il voto per eleggere i presidenti è a scrutinio segreto in entrambe le Camere.

Al Senato la prima e la seconda votazione sono a maggioranza assoluta, con un quorum di 161 voti, tenendo conto dei senatori a vita. Dalla terza votazione in poi il quorum scende alla maggioranza assoluta dei presenti (si contano anche le schede bianche). Alla quarta, vanno al ballottaggio i due candidati più votati nella terza votazione e vince chi ha la maggioranza.

Alla Camera, invece, il meccanismo è diverso. Alla prima votazione serve la maggioranza dei due terzi dei componenti (420). Alla seconda e alla terza i due terzi dei votanti, schede bianche incluse. Dalla quarta in poi, maggioranza assoluta dei votanti (schede bianche comprese).

Dati i numeri, è impossibile quindi a Montecitorio eleggere un presidente in mancanza di un accordo fra le forze politiche.

La partita delle due nomine si intreccia con quella dell'affidamento dell'incarico per la formazione di un nuovo governo da parte del capo dello Stato, Sergio Mattarella. La posizione dei grillini sembra irrigidirsi sulla pregiudiziale contro ogni dialogo con Silvio Berlusconi.

"Non scendiamo a compromessi al ribasso e non accetteremo ricatti. Non riabilitiamo Silvio Berlusconi", ha ribadito il capogruppo pentastellato Danilo Toninelli alla Camera questa mattina.

Intanto la legislatura ha preso formalmente il via. Il meccanismo istituzionale prevede che a Montecitorio presieda il vicepresidente più votato della scorsa legislatura che è Roberto Giachetti. Al Senato il compito spetta al senatore più anziano, cioè al precedente inquilino del Quirinale, Giorgio Napolitano.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora