Italia, Fmi taglie stime Pil, aumento spread negativo per domanda interna

Reuters

Pubblicato 16.07.2018 16:32

Italia, Fmi taglie stime Pil, aumento spread negativo per domanda interna

MILANO (Reuters) - Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita del Pil italiano quest'anno e il prossimo, prevedendo un impatto negativo sulla domanda interna dell'allargamento dello spread innescato dall'incertezza politica ed ancora elevato per i timori sulle future misure economiche del governo.

Nel dettaglio, il Fondo ha abbassato la proiezione di crescita del Pil italiano nel 2018 a 1,2% da 1,5% indicato in aprile; per l'anno prossimo, l'organismo di Washington vede una crescita di 1,0% contro 1,1% indicato in aprile.

La revisione al ribasso delle stime del Pil italiano da parte del Fondo monetario internazionale segue quella operata dalla Commissione europea la settimana, quando lo stesso ministro dell'Economia ha riconosciuto il rischio di una moderata revisione al ribasso delle stime di crescita.

"Il sell-off dei titoli di Stato italiani di fine maggio ha ancora una volta acceso i riflettori sulle profonde sfide strutturali e i margini ridotti a livello nazionale", si legge nell'aggiornamento del World Economic Outlook.

Alla fine di maggio, lo spread di rendimento tra titoli di Stato italiani e tedeschi si era allargato repentinamente oltre 300 punti base, ai massimi da cinque anni, all'apice di una fase di tensione politico-istituzionale (dopo il veto del presidente della Repubblica sul nome dell'euroscettico Paolo Savona per il ministero dell'Economia) che sarebbe potuta sfociare in un ritorno anticipato alle urne che avrebbe avuto il sapore di un referendum sulla valuta unica.

Con la formazione del governo Lega-M5s, lo spread è sceso ma "all'inizio di luglio si attestava a 240 punti base sui timori riguardanti le future politiche" economiche, si legge nel documento, dove si rileva come le ricadute sui mercati dei titoli di Stato delle altre economie avanzate sono stati contenute.

Nel programma di governo Lega-M5s sono incluse una serie di misure di spesa molto costose, tra cui l'introduzione del reddito di cittadinanza e la flat tax, che i due partiti puntano a realizzare almeno in parte mettendo in discussione gli obiettivi di contenimento del deficit concordati in sede europea, dove l'Italia è sotto osservazione per l'alto livello del debito.

Prima della diffusione della prima bozza contratto di governo Lega-M5S, poi emendata, lo spread viaggiava in area 130 punti base.