Banche venete, Bankitalia: costo Stato contenuto, potrebbe non perdere nulla

Reuters

Pubblicato 26.06.2017 14:47

Banche venete, Bankitalia: costo Stato contenuto, potrebbe non perdere nulla

ROMA (Reuters) - L'operazione di salvataggio delle due banche venete, con la liquidazione di una parte di crediti e partecipazioni e la cessione di altre attività sane a Intesa Sanpaolo (MI:ISP) costerà subito allo Stato circa 4,8 miliardi ma nel tempo la gestione della liquidazione potrà ripagare in parte o totalmente quel costo.

Lo hanno spiegato il vicedirettore generale di Bankitalia Fabio Panetta e il capo della vigilanza Carmelo Barbagallo, in un incontro con la stampa dopo il decreto con cui ieri il governo ha avviato la liquidazione ordinata dei due istituti veneti.

"Lo Stato potrebbe addirittura non perdere nulla e se anche accadesse sarebbe un importo limitato", ha detto Barbagallo.

Panetta ha descritto in sintesi l'operazione come "necessaria, inevitabile, che avrà costi contenuti per lo Stato".

"Questa soluzione elimina i punti rilevanti di tensione sistemica per il sistema creditizio italiano, è un passaggio importante", ha detto il vice Dg di Bankitalia che ha anche osservato che "non ci si poteva comportare come cowboy e andare alla guerra (con la Commissione), pensando di far risolvere il problema al mercato".

Nel presentare numeri e ragioni dell'intervento, Barbagallo ha detto che fino a pochi giorni prima della decisione di liquidare le banche la precauzionale sembrava possibile. "E' stata presa una direzione diversa e si è organizzata in tempi rapidissimi una operazione di successo".

In Bankitalia ci sono state un centinaio di persone coinvolte.

Lo Stato ha un esborso di cassa di circa 4,8 miliardi immediato. Di questi 3,5 miliardi per il 12,5% delle attività ponderate per il rischio oggetto di acquisto da Intesa, che servono a compensare la riduzione dei coefficenti patrimoniali del'istituto guidato da Carlo Messina.

Panetta ha detto di non aspettarsi che lo Srep di Intesa fissato dalla Bce possa essere influenzato negativamente da questa operazione, "semmai lo può essere in positivo", ha detto.

11,7 MILIARDI DI ATTIVO IN MANO A STATO

Per recuperare l'esborso versato a Intesa lo Stato può contare su 11,7 miliardi di attivo della liquidazione.

Questo attivo, ha spiegato Barbagallo, è formato da circa 10 miliardi di crediti deteriorati netti e circa 2 miliardi di partecipazioni.

Con questi 11,7 miliardi lo Stato farà tre cose: ripagherà nel tempo i 4,8 miliardi, coprirà il costo per il finanziamento da Intesa dello sbilancio di cessione per circa 6,3 miliardi, e copre il costo stimato in 400 milioni di garanzie.

I crediti vantati (che restano alla liquidazione) sono pari a 18 miliardi lordi (10 netti) per buona parte crediti in difficoltà ma non in sofferenza. Per questo, ha detto Barbagallo, c'è l'aspettativa di un buon recupero nel tempo affidando l'operazione alla Sga.

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A proposito di un'offerta alternativa di fondi esteri per le venete, Panetta ha confermato.

"Vi era stata una proposta non formalizzata da alcuni investitori giudicata non accoglibile dalla Commissione per le modalità che prevedeva. Estraeva valore dalle banche e non rientrava nei criteri della DG Comp", ha detto.