Bce più ottimista, 'qe' su titoli Stato non sotto tasso depositi

Reuters

Pubblicato 05.03.2015 19:17

Bce più ottimista, 'qe' su titoli Stato non sotto tasso depositi

NICOSIA (Reuters) - Più ottimista sulla ripresa economica ma non così per lo scenario di inflazione, la Banca centrale europea si fa da lunedì prossimo 9 marzo acquirente attivo di titoli di Stato della zona euro.

Sullo sfondo il quadro aggiornato delle stime trimestrali dello staff, che prospettano per quest'anno una performance economica certamente meno anemica ma prezzi al consumo ancora eufemisticamente al palo.

Rispetto all'1% delle proiezioni di dicembre, l'indicazione sul Pil 2015 passa a 1,5% ma quella sulla media di inflazione si riduce da 0,7% a zero. E' soltanto l'anno prossimo che la dinamica dei prezzi al consumo passerebbe a 1,5% (1,3% le attese di dicembre) prima di portarsi a 1,8% nel 2017.

Prezzi al consumo e aspettative di inflazione stabili, con un obiettivo ufficiale di 'inferiore ma prossimo' a 2%, è da tempo ormai unico parametro di riferimento per la politica monetaria Bce.

La brusca caduta dei prezzi energetici, spiega Mario Draghi alla platea dei giornalisti al termine del consiglio sui tassi tenutosi oggi a Nicosia, ha ricadute al contempo benefiche su redditi e consumi ma deprimenti sull'inflazione.

Ultimo di una lunga serie di strumenti messi in campo dalla banca centrale, il 'qe' è stato dunque disegnato nel preciso intento di scongiurare lo spettro di deflazione per un'area economica in alcune regioni da tempo in ginocchio.

Altra tessera fondamentale del mosaico la correzione del cambio, oggi nuovamente al minimo da oltre undici anni su dollaro in area 1,10, dalle identiche ripercussioni su Pil e prezzi al consumo.

Sono quindi gli stessi fattori a prefigurare un quadro migliore per la crescita ma peggiore per l'inflazione. E' comunque da tempo che il presidente Bce non suonava tanto 'rialzista'.

"Le ultime statistiche macro, in particolare le indagini congiunturali disponibili fino a fine febbraio, riflettono un ulteriore miglioramento dell'attività economica nei primi mesi dell'anno" commenta.

"Guardando avanti vediamo per la ripresa un graduale ampiamanto e consolidamento" aggiunge, facendo riferimento a rischi che restano al ribasso ma sarebbero diminuiti.

Dopo la battuta d'arresto tendenziale di 0,6% a gennaio, identica a dicembre, l'inflazione tendenziale di febbraio ha in effetti mostrato un'inattesa 'risalita' a -0,3%.

Decisamente incoraggianti anche l'indice Pmi servizi, passato al massimo degli ultimi sette mesi, così come la statistica a cura della stessa Bce sui prestiti al settore privato, con una frenata ridottasi a gennaio a 0,1%.

Per tornare infine al 'qe', oltre alla data puntuale di partenza gli investitori non ne conoscevano uno dei pochi ma significativi dettagli.

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Gli acquisiti - 60 miliardi di euro al mese, dai due ai trent'anni, obbligazioni garantite e cartolarizzazioni comprese - comprenderanno titoli a tasso negativo ma non inferiore a quello dei depositi straordinari, attualmente pari a -0,2%.

Per un termine di riferimento, da ricordare che la curva dei benchmark tedeschi è di recente scesa a rendimenti inferiori allo zero fino al tratto a sei anni. Un provvedimento simile escluderebbe quindi dal paniere degli acquisti lo Schatz al pari di un qualsiasi titolo spazzatura, ed è in tal modo che la Bce indica implicitamente una soglia al di sotto della quale è preferibile i tassi non scendano.

"L'elemento chiave sembra quello della flessibilità: lo schema è ampio ma la Bce non pare intenzionata ad aderirvi ciecamente secodo parametri predefiniti" è la sintesi dello strategist UniCredit Luca Cazzulani.

Mani sufficientemente libere, sembra questa l'idea, per continuare a esercitare il necessario effetto sui mercati.

((Redazione Milano, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 02 66129854, Reuters messaging: alessia.pe.thomsonreuters.com@reuters.net))