Lavoro, governo prepara emendamento. Renzi: riforma a giorni

Reuters

Pubblicato 30.09.2014 19:34

Lavoro, governo prepara emendamento. Renzi: riforma a giorni

di Francesca Piscioneri

ROMA (Reuters) - Il governo sta lavorando a un emendamento al disegno di legge delega sul mercato del lavoro che inglobi le modifiche all'articolo 18 annunciate ieri a sorpresa dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e votate a gran maggioranza dalla direzione del Partito democratico.

La riforma, ha detto oggi il premier, arriverà a giorni.

"Stiamo lavorando. [Quanto annunciato da Renzi] sarà tramutato in norma", ha detto una fonte governativa mentre stamani a palazzo Madama si è tenuta l'assemblea dei senatori del Pd in vista della discussione generale in aula sul provvedimento che inizia domani.

Il testo uscito dalla commissione Lavoro la scorsa settimana prevede l'introduzione di un contratto a tutele crescenti per i nuovi assunti, lasciando ampia discrezionalità al governo su quali siano le tutele e cosa significhi crescenti.

In una accesa direzione che ha visto prevalere la linea del segretario con 130 voti a favore, 11 astenuti e 20 contrari, Renzi ha annunciato ieri a sorpresa: "Credo che vada superato il reintegro da sinistra lasciandolo, come è doveroso, per [i casi di licenziamenti] discriminatorio e disciplinare".

In precedenza il premier aveva citato solo i licenziamenti discriminatori come fattispecie per la quale mantenere il reintegro.

La reintegra sparirebbe sarebbe esclusa per i licenziamenti di natura economica per i quali resterebbe solo l'indennizzo.

Registrando una puntata della trasmissione di Rai Tre Ballarò, il premier ha detto che "la riforma del lavoro è questione di giorni, non è più di anni come in passato".

Renzi non ha fornito ulteriori dettagli ma il responsabile per l'economia e il lavoro del Pd, Filippo Taddei, ha chiarito a Reuters che le nuove norme riguardano solo i nuovi assunti: "Il punto della riforma è di dare certezze. Non vogliamo aumentare le incertezze dei lavoratori togliendo diritti che già hanno".

Rimane da vedere come nelle aule del Parlamento si tradurrà il consenso di ieri.

MALUMORI ANCHE TRA ALLEATI NCD. BRUNETTA: NON CAMBIA NULLA

In Senato la minoranza del Pd ha presentato la scorsa settimana sette emendamenti sottoscritti da una quarantina di parlamentari chiedendo, tra l'altro, il pieno ripristino delle tutele dell'articolo 18 dopo i primi anni di contratto.

A chi chiedeva se saranno ritirati, la senatrice democratica Cecilia Guerra, tra i firmatari degli emendamenti, ha risposto: "E' tutto ancora troppo indefinito. Non si capisce a quale platea si dovrebbero applicare le nuove norme, se a tutti, ai nuovi contratti, oppure se le nuove norme saranno estese anche alle imprese con meno di 15 dipendenti".

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Il presidente del gruppo Pd, Luigi Zanda, ha indicato in martedì 7 ottobre la data per iniziare le votazioni del provvedimento con l'auspicio che il via libera arrivi entro l'8 quando Renzi sarà a Milano per il vertice europeo sul lavoro.

"Domani inizia la discussione generale, martedì si vota. Mi aspetto le proposte del governo entro questa settimana anche per dare il tempo ai parlamentari di esaminarle ed eventualmente presentare subemendamenti", ha commentato Guerra.

La sortita di ieri ha scontentato l'Ncd, socio di minoranza del governo, che la settimana scorsa aveva cantato vittoria ritenendo che si andasse verso un sostanziale superamento dell'articolo 18. Il presidente Ncd Maurizio Sacconi ha chiarito che gli emendamenti del governo "non potranno essere la mera traduzione dell'ordine del giorno del Pd, in quanto tutte le modifiche devono essere concordate con il relatore, che sono io e, come è noto, ho le mie opinioni".

Delusa Forza Italia, pronta a votare la precedente versione della delega. "Il rischio è un grande imbroglio. Da quello che è uscito ieri non si capisce bene, ma c'è il dubbio che tutto rimanga come prima", il commento di Renato Brunetta.