Tim, Elliott ritiene dimissioni consiglieri azione "cinica" per prendere tempo

Reuters  |  Autore 

Pubblicato 23.03.2018 17:01

Tim, Elliott ritiene dimissioni consiglieri azione "cinica" per prendere tempo

MILANO (Reuters) - Il fondo Elliott ritiene che le dimissioni di ieri dei consiglieri di Telecom Italia (MI:TLIT) indicati da Vivendi (PA:VIV) siano un'azione "cinica ed egoista", fatta per guadagnare tempo.

E' quanto si legge in una nota, dopo che ieri nel Cda di Telecom si sono dimessi il presidente esecutivo Arnaud de Puyfontaine e altri sette consiglieri. L'assemblea per l'integrale rinnovo del consiglio è stata convocata per il 4 maggio.

Il fondo Elliott, che controlla il 5,74% di Telecom anche attraverso un equity swap, aveva invece chiesto la rimozione dei soli sei consiglieri espressione di Vivendi, che ha 24% del capitale, a favore di una gestione di Telecom improntata alla massima indipendenza.

"Elliott non è stato sorpreso di vedere le dimissioni di sette membri del board collegati a Vivendi. Incapace di avanzare argomenti validi, il Cda ha semplicemente abbandonato il proprio posto per prendere tempo. Elliott ritiene quest'azione cinica ed egoistica, in quanto ritarda la possibilità degli azionisti di Telecom Italia di esprimere il proprio voto alla prossima assemblea", spiega il fondo nella nota.

"Questo è un altro esempio di diritti degli azionisti di minoranza [...] che vengono cancellati e del continuo disprezzo delle best practice della corporate governance" prosegue la nota, dove si ricorda che Elliott ha investito in Telecom fin dal 1999 e che l'approccio verso Tim è coerente con l'approccio che ha verso gli altri investimenti.

Vivendi non ha commentato la nota Elliott.

Ieri il presidente esecutivo Arnaud de Puyfontaine ha spiegato in una nota di voler "affrancare, nella veste di presidente di Tim e nell'interesse di tutti gli azionisti, il Consiglio dal clima di incertezza che si è creato e che distoglie l'attenzione da quella che è la nostra priorità, cioè la rapida realizzazione del piano strategico".

Il titolo non reagisce con particolare veemenza al nuovo colpo di scena. Alle 16 perde 0,9% a fronte di un calo dell'indice dei blue chip di 0,7%. Tim ha perso un terzo del suo valore da quando Vivendi è entrata nell'azionariato a metà 2015.

Gli analisti di Jefferies osservano in una nota che la mossa Vivendi mostra che i francesi hanno preso molto sul serio la minaccia di Elliott. "Pensiamo che Elliott (e i suoi sostenitori) restino ben messi per assicurare che il cda di Telecom Italia dopo il 4 maggio non sarà controllato da Vivendi".

Per Berenberg la decisione di Vivendi di portare al rinnovo totale del board cambierà i piani di Elliott. Elliott dovrà ora trovare altri candidati per il cda e definire per intero un nuovo piano strategico in un lasso di tempo molto breve.

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"Vivendi sta cambiando il focus dell'assemblea chiedendo agli azionisti di sostenere il piano triennale del Ceo Amos Genish (apprezzato dal mercato quando è stato annunciato il 6 marzo), piuttosto che concetrarsi sui temi di corporate governance", scrive il broker.

Con il suo 24%, Vivendi può contare nel peggiore dei casi sulla palma della seconda lista più votata, assicurandosi almeno cinque consiglieri.

Nell'assemblea di maggio 2017 per il precedente rinnovo del cda la lista presentata da Vivendi aveva prevalso di misura su quella presentata da Assogestioni. Vivendi aveva quindi piazzato in consiglio dieci membri su 15. Lo statuto prevede infatti che la lista che ottiene la maggioranza dei voti elegga in consiglio due terzi degli amministratori.