ANALISI-Sospensione pagamenti dovuta a pandemia cela ondata di problemi per debito europeo

Reuters

Pubblicato 11.11.2020 15:15

di John O'Donnell

FRANCOFORTE (Reuters) - L'interruzione dei pagamenti sui prestiti europei dovuta alla pandemia per un totale di miliardi di euro minaccia di minare gli sforzi delle banche del blocco per lasciarsi alle spalle la crisi del coronavirus.

Alcuni dei milioni di debitori a cui è stata concessa la sospensione dei pagamenti da parte di banche e governi di tutta Europa subito dopo lo scoppio della pandemia hanno ancora bisogno di aiuto, con la seconda ondata di restrizioni che sta schiacciando l'economia e causando licenziamenti.

Tuttavia, più a lungo i rimborsi dei prestiti sono tenuti in sospeso, maggiore è il potenziale problema per le banche man mano che questi crediti si accumulano, rendendo la situazione più difficile da affrontare.

Il presidente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea, Andrea Enria, ha lanciato un allarme su una "enorme ondata" di prestiti non rimborsati che potrebbe superare i 1.400 miliardi di euro e ha messo in guardia dal posticiparne la svalutazione, avvertendo che aspettare la scadenza della moratoria potrebbe vedere molti crediti deteriorati "spuntare tutti in una volta".

Sebbene il volume dei prestiti messi in pausa sia diminuito drasticamente durante l'estate, un sondaggio Reuters e un'analisi degli ultimi dati disponibili mostrano che il pagamento di prestiti per un totale di circa 320 miliardi di euro è ancora sospeso presso 10 delle più grandi banche europee.

Il debito personale in Europa, che si tratti di case, elettrodomestici o automobili, è ai massimi storici, come dimostrano i dati dell'Unione europea. Sebbene alcuni Paesi abbiano registrato un calo nell'ultimo decennio, i consumatori in Gran Bretagna, Francia e Germania hanno preso in prestito circa un quinto in più.

Quando la sospensione dei pagamenti si è diffusa durante la prima ondata di lockdown per il coronavirus in Europa, gli istituti di credito si sono preparati alle perdite e queste 10 banche hanno accantonato circa 45 miliardi di euro per coprire il costo dei prestiti non pagati.

Un'analisi dei prestiti i cui pagamenti sono ancora in sospeso presso dieci maggiori banche europee, Santander (MC:SAN), Hsbc, Barclays (LON:BARC), Societe Generale, Bnp Paribas (PA:BNPP), Ing, Intesa (MI:ISP), UniCredit (MI:CRDI), Deutsche Bank (DE:DBKGn) e Credit Agricole (PA:CAGR), mostra che molte migliaia di debitori stanno ancora ritardando la ripresa dei rimborsi mensili.

Per le banche che cercano di evitare un ritorno ai giorni bui della crisi del debito di dieci anni fa, c'è un delicato equilibrio tra il soddisfare le richieste del governo di andarci piano con i debitori e il non mettere a repentaglio i libri contabili.

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Il calcolo del rischio di insolvenza è complicato e le banche prendono in considerazione molti fattori come il tipo di prestito, le circostanze del debitore e l'economia in generale.

Le banche dicono di essere realistiche nel giudicare il rischio, mentre molte sottolineano il gran numero di debitori che hanno ripreso i pagamenti dopo una pausa.

La spagnola Santander, che ha 39 miliardi di euro di prestiti in sospeso, ha effettuato 9,6 miliardi di euro di accantonamenti per debiti non rimborsati, mentre Intesa, con 48 miliardi di euro di prestiti in moratoria, ha accantonato quest'anno soltanto 2,7 miliardi di euro.

Secondo un portavoce di Intesa, i clienti che hanno usufruito della sospensione dei pagamenti sono resilienti e la loro esposizione al turismo, settore duramente colpito dalla crisi, è stata bassa. Santander non ha commentato.

SFIDARE LA FORZA DI GRAVITA'?

La banca centrale tedesca, che ha detto alle banche di prepararsi per lo "scenario peggiore", e quella portoghese, che ha messo in guardia dai rischi di una riduzione delle misure di sostegno economico, temono che se i problemi del debito dei privati dovessero aumentare, potrebbero risucchiare anche le banche.

"Alcune banche hanno più del 20% dei loro prestiti in sospeso. Quando entrerà in gioco la forza di gravità? A un certo punto, si dovrà tornare alla normale attività", ha detto Jerome Legras di Axiom Alternative Investments.

In Italia, al culmine della pandemia, le interruzioni di pagamento sono salite circa al 10% dei mutui ipotecari, mentre in Gran Bretagna hanno raggiunto oltre il 15%, secondo i calcoli del Datawarehouse europeo, che raccoglie i dati per gli investitori.

La sospensione dei pagamenti in Portogallo ha raggiunto il 12%, secondo le stime.

Da allora, la maggior parte dei debitori ha ripreso i pagamenti.

Il Cfo di Hsbc, Ewen Stevenson, ha recentemente detto a Reuters di aspettarsi un graduale miglioramento economico, mentre la francese Bnp Paribas, che ha circa 1.000 miliardi di dollari di impieghi, ha detto che le perdite su crediti dovrebbero diminuire il prossimo anno.

Ma i problemi persistono.

Un recente studio della banca centrale irlandese ha rilevato che, sebbene il numero di interruzioni di pagamento sia diminuito di oltre un quarto da giugno, il 9% dei prestiti irlandesi rimane in sospeso.

È emerso che gli hotel e i ristoranti, tra i più colpiti dalla pandemia, hanno maggiori probabilità di essere ancora in pausa nei pagamenti.

"Per ora, sono in atto misure di protezione del lavoro. Ma questo comincerà a finire", ha detto Ernest Urtasun, membro spagnolo del Parlamento europeo. "Il numero di mutuatari in difficoltà esploderà nei prossimi mesi".

Le banche, tuttavia, sperano che il sostegno del governo, che si sta estendendo in tutta Europa, possa aiutare.

"Ritirare in anticipo il sostegno alle imprese e all'economia è una bomba a orologeria", dice Miguel Maya, Ceo della portoghese Millenium bcp. "Dobbiamo dare all'economia il tempo di respirare" ha aggiunto.