Banche, tetto su tassa extraprofitti dimezza impatto

Reuters

Pubblicato 09.08.2023 10:24

Aggiornato 09.08.2023 12:45

di Andrea Mandala

MILANO (Reuters) - L'introduzione di un tetto all'extra prelievo sui ricavi delle banche generati dai rialzi dei margini di interesse riduce in modo significato l'impatto sugli istituti, alimentando gli acquisti dei titoli bancari dopo il crollo della vigilia.

Ieri sera il Tesoro ha precisato che la nuova tassa non potrà superare lo 0,1% del totale dell'attivo degli istituti di credito, rispetto alle indicazioni iniziali di un limite legato al patrimonio netto, più penalizzante per le banche.

Una mossa che, spiegano fonti di settore, potrebbe ricollegarsi ad una iniziale sottostima del gettito da parte del governo sul gettito, e alla pesante reazione della borsa.

Analisti e operatori rivedono i calcoli ma rimangono in allerta sulle possibili modifiche della norma in vista di possibili emendamenti che potrà subire nel corso dell'iter parlamentare.

Considerando la chiusura del Parlamento per le ferie estive è probabile che se ne riparlerà ai primi di settembre.

Il governo difende la manovra anche se, secondo quanto riferiva una fonte ieri, la misura ha colto di sorpresa anche alcuni ministri durante il Cdm di lunedì sera.

Nella compagine di governo alcune perplessità sarebbero emerse in particolare tra le fila di Forza Italia.

Sul fronte bancario, mentre sono in corso interlocuzioni in vista di una probabile trattativa con il governo, non ci sono al momento posizioni ufficiali, in attesa della riunione del comitato di presidenza dell'Abi convocata domani.

Per la Fabi, il principale sindacato dei bancari in Italia, la tassa stradordinaria non è un provvedimento "illiberale" in quanto le banche hanno ottenuto extraprofitti dai rialzi dei tassi senza variare gli interessi sui depositi. "Mi auguro che queste somme vengano utilizzate, come preannunciato, per aiutare i più deboli con iniziative concrete e trasparenti", dice il segretario generale della sigla sindacale, Lando Maria Sileoni.

Intanto in borsa, passato lo shock per l'annuncio della nuova tassa, oggi è giornata di rialzi dopo la rivalutazione degli impatti sul settore seguiti alla notizia del tetto al prelievo. Intorno alle 12,00 l'indice delle banche rimbalza del 4% che si confronta con il -7,6% di ieri, con rialzi tra il 3 e il 4,5% per Unicredit (BIT:CRDI), Mps (BIT:BMPS), Banco Bpm (BIT:BAMI), Bper (BIT:EMII) e Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), mentre Finecobank (BIT:FBK) balza di quasi il 7%.

IMPATTI DIMEZZATI CON 'CAP'

Secondo Jefferies l'impatto medio sul capitale delle dieci banche analizzate dal broker si riduce a 30 punti base in termini di Cet1, e del 12% sul consensus degli utili stimati al 2023, valori dimezzati rispetto ai calcoli effettuati prima della precisazione del Mef di ieri sera.

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A beneficiarne maggiormente sono Finecobank, Bper, Banca Mediolanum (BIT:BMED) e Banca Generali (BIT:GASI).

Ubs stima un impatto complessivo di 1,9 miliardi sulla tassa sugli extraprofitti con il tetto dello 0,1% gli attivi,

"Se confermato integralmente senza ulteriori cambiamenti l'impatto finale per le banche sarebbe notevolmente inferiore a quanto precedentemente previsto", cioè considerando il solo impatto sulla variazione dei margini, commenta Ubs.

In particolare l'erosione attesa sugli utili è stimata tra il 6% (Unicredit) e il 15-16% (Banco Bpm (BIT:PMII)), con Mediobanca (BIT:MDBI) nel mezzo.

Per Banca Akros il potenziale impatto, con l'introduzione del 'cap' sugli attivi, si dimezza a 2 miliardi, pari al 12% degli utili netti, rispetto alle valutazione iniziali.