Bce dovrebbe mantenere in agenda rialzo tassi in 2022, se giustificato da inflazione - Nagel

Reuters

Pubblicato 21.03.2022 17:33

FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea dovrebbe continuare a normalizzare la sua politica e alzare i tassi di interesse, possibilmente già quest'anno se le prospettive di inflazione lo giustificano.

Lo ha detto il presidente di Bundesbank, Joachim Nagel.

Con la guerra russa in Ucraina che rende più cupe le prospettive, la Bce ha fatto solamente un piccolo passo verso il ritiro delle misure di stimolo nelle scorse settimane e alcuni banchieri centrali invocano massima cautela per le prossime mosse, anche se l'inflazione si attesta al livello record del 5,9%, quasi tre volte l'obiettivo della Bce. 

Nagel, tuttavia, ha una visione più conservatrice e ribadisce che l'alta inflazione rischia di radicarsi, oltre a sottolineare che se la Bce agisse troppo tardi, la stretta di politica monetaria dovrebbe essere così brusca da rischiare di soffocare la crescita.

"È chiaro per me che se le prospettive di inflazione lo richiedono, dovremo continuare a normalizzare la politica monetaria e anche iniziare ad aumentare i nostri tassi di interesse chiave", ha detto Nagel. 

"Se gli acquisti netti di asset termineranno nel terzo trimestre come previsto al momento, si potrà aprire alla possibilità di aumentare i tassi di interesse di riferimento quest'anno, se necessario", ha aggiunto.

Nelle scorse settimane la Bce ha affermato che non avrà fretta di alzare i tassi e potrebbe anche fare una pausa dopo aver terminato gli acquisti di obbligazioni.

Ma i conservatori, tra cui Klaas Knot, capo della banca centrale olandese, sostengono che un aumento dei rendimenti, la prima mossa del genere in oltre un decennio, deve rimanere un'opzione poiché l'inflazione non è così temporanea come la Bce si aspettava. 

In effetti, secondo Nagel, più a lungo durerà l'attuale periodo di alta inflazione, più è probabile che aumentino le aspettative, facendo radicare la crescita dei prezzi. 

Il rischio è aumentato anche perché la disoccupazione continua a scendere e il blocco è ora caratterizzato da un mercato del lavoro più tirato, con una crescente carenza di manodopera che preoccupa le aziende, rendendo improbabile il ritorno di un'inflazione a livelli molto bassi.

"I tassi d'inflazione nel prossimo futuro non saranno così bassi come prima della pandemia", ha detto Nagel.