Reuters
Pubblicato 01.07.2021 18:54
FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea non dovrebbe iniziare a tollerare un aumento dell'inflazione nell'ambito del nuovo quadro di politica monetaria, poiché potrebbe lasciar pensare di voler finanziare i governi indebitati.
È quanto affermato da Jens Weidmann, componente tedesco del board Bce.
I banchieri centrali sono coinvolti in un dibattito sulla nuova strategia e molti di loro stanno ora sostenendo la possibilità di consentire che l'inflazione superi il 2% per un po' dopo essere rimasta al di sotto di quel livello in gran parte dell'ultimo decennio.
Ma Weidmann, che è a capo della Bundesbank tedesca e sostiene da molto tempo che il massiccio programma di acquisto di titoli di stato da parte della Bce rischia di rendere sempre meno chiaro il confine tra politica monetaria e politica fiscale, è contrario a tale approccio.
"La decisione di non intervenire quando il tasso di inflazione eccede l'obiettivo (della Bce) nel medio termine potrebbe essere mal interpretata ...come un tentativo della politica monetaria di anteporre la sostenibilità delle finanze pubbliche all'obiettivo di sostenibilità dei prezzi", ha detto Weidmann durante un intervento.
"In questo modo potrebbe risultare più difficile rimanere ancorati alle attese di inflazione".
Il banchiere centrale ha inoltre ribadito la sua ostilità per un obiettivo di inflazione media, osservato dalla Federal Reserve Usa, affermando che risulterebbe difficile da comunicare e doloroso da implementare.
Secondo Weidmann la Bce dovrebbe invece stabilire il target di inflazione al 2% e valutarlo in maniera simmetrica, ovvero prendere seriamente allo stesso modo sia un risultato superiore che uno inferiore al 2%.
(Tradotto in redazione a Danzica da Michela Piersimoni, in redazione a Roma Francesca Piscioneri, michela.piersimoni@thomsonreuters.com, +48 587696616)
Scritto da: Reuters
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