Borsa Milano in netto calo, bene Campari, crolla Ferrari, strappa AS Roma

Reuters

Pubblicato 04.05.2021 16:59

MILANO, 4 maggio (Reuters) - Indici in forte calo nel pomeriggio dopo l'avvio di Wall Street negativo. A pesare sui mercati Usa le rotazioni settoriali che stanno spingendo gli investitori a uscire da alcune blue chip, che sono salite tanto, per puntare sulle aziende che dovrebbero beneficiare delle riaperture.

"I mercati sono su livelli molto elevati e prima o poi le prese di profitto ci sono", osserva un trader.

L'ottimismo sulla ripresa, dopo che molti stati negli Usa hanno allentato le misure di lockdown e con l'Europa che punta ad attrarre viaggiatori, sta facendo salire il prezzo del greggio, con il futures sul Brent che si porta a ridosso di 69 dollari al barile.

Sul fronte dell'obbligazionario stabile lo spread del rendimento fra titoli di stato decennali italiani e tedeschi intorno ai 106 punti base.

Tra i titoli in evidenza:

Svetta Campari (MI:CPRI) che sale del 2,9%, sotto i massimi ma in un mercato in forte correzione, dopo i risultati del trimestre che hanno visto le vendite salire del 17,9% grazie all'andamento dei mercati a maggiore esposizione off-premise.. "Si tratta di numeri ben sopra le attese e il mercato premia", osserva un trader.

Crolla, invece, Ferrari (MI:RACE) (-7,2%) che ha posticipato di un anno i target finanziari al 2022 a causa dell'impatto del Covid-19 e nonostante i forti risultati del primo trimestre e un portafoglio ordini record.. "L'annuncio del posticipo dei target non è una buona notizia, considerato che il titolo non è così a buon mercato e, questo, fa aumentare i dubbi che l'impatto del Covid possa essere più elevato delle attese", osserva un trader.

Rallentano i bancari, forti nella prima parte della seduta, sostenuti dalle attese sul rafforzamento degli incentivi fiscali alle fusioni in arrivo con il decreto Sostegni bis che dovrebbe andare questa settimana in consiglio dei ministri. In particolare, questi incentivi renderebbero Banca Mps (MI:BMPS), in progresso del 2,8%, una preda più ambita aumentando la dote che il precedente esecutivo aveva messo sul tavolo per convincere i potenziali pretendenti, in primis Unicredit (MI:CRDI) che tuttavia arretra dell'1,5%. Secondo Equita, "in caso di M&A tra UniCredit e Mps il beneficio dalla conversione delle Dta (imposte differite) ammonterebbe a 3,4 miliardi (circa 1,1 miliardi in più rispetto alla norma vigente)".

Spunti positivi anche su Banco Bpm (MI:BAMI) (+2,4%), mentre Bper (MI:EMII) cede l'1,5%, giù anche Intesa Sanpaolo (MI:ISP) in flessione dell'1,1%.

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Fuori dal paniere Mediaset (MI:MS) balza dell'1,9% dopo l'accordo raggiunto con Vivendi (PA:VIV) per mettere fine alle controversie e che vedrà la società francese ridurre drasticamente la sua quota nel gruppo di Cologno Monzese. L'intesa prevede anche la distribuzione di un dividendo straordinario di 0,30 euro per azione e l'impegno del socio francese a sostenere i piani internazionali di Mediaset. Il broker Equita sottolinea che "la novità positiva è il dividendo straordinario, dall'altro lato si viene a creare un potenziale overhang sul titolo. Inoltre, l'accordo con Vivendi riduce l'appeal speculativo, ma permane l'upside per le aggregazioni internazionali e la creazione di Mfe".

Il recupero delle quotazioni del greggio fa bene all'intero comparto oil che aveva sofferto anche a seguito di trimestrali un po' deludenti: Saipem (MI:SPMI) in rialzo dell'1,4%, seguita da Tenaris (MI:TENR) (+0,8%) ed Eni (MI:ENI) poco mossa.