Caso esame truffa di Suarez, i pm: “pressioni dalla Juventus”

Investing.com

Pubblicato 04.12.2020 13:43

Di Mauro Speranza

Investing.com - La procura di Perugia punta il dito sui dirigenti della Juventus (MI:JUVE) per aver cercato di far passare l’esame di italiano a Luis Suarez, condizione necessaria per l’acquisto dal calciatore da parte dei bianconeri visto il suo status di extra comunitario.

Secondo i pm perugini, “gli accertamenti investigativi hanno consentito di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per 'accelerare’ il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all'università, tuttora in corso di approfondimento”.

Secondo quanto comunicato in una nota dalla procura di Perugia, inoltre, sono stati sospesi i vertici dell’Università di stranieri di Perugia, dove si sono svolti gli esami ‘farsa’.

In particolare, la Guardia di Finanza di Perugia ha applicato la misura cautelare interdittiva della sospensione per otto mesi, dall'esercizio del pubblico ufficio per la rettrice Giuliana Grego, il direttore generale Simone Olivieri, la professoressa Stefania Spina (che ha preparato Suarez all'esame) e il componente della commissione "Celi Immigrati" Lorenzo Rocca, per i reati di rivelazione del segreto d'ufficio finalizzata all'indebito profitto patrimoniale e plurime falsità ideologiche in atti pubblici.

Le indagini seguono le perquisizioni e i sequestri già effettuati il 22 settembre 2020 quando scoppiò il caso dell’esame fatto passare da Suarez con facilità.

"In particolare, è emerso che i contenuti della prova erano stati preventivamente comunicati allo stesso calciatore, giungendo a predeterminare l'esito ed il punteggio d'esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l'Università".

Condividendo le ipotesi accusatorie, il giudice per le indagini preliminari ha disposto le misure cautelari avendo rilevato "il concreto ed attuale rischio che gli indagati, se non sottoposti ad idonea cautela, ripropongano condotte delittuose analoghe a quelle per le quali si procede, avendo mostrato di considerare l'istituzione di cui fanno parte e che rappresentano alla stregua di una res privata gestibile a proprio piacimento".

 

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