Chiamata Putin con imprese italiane evidenzia divisioni in Europa

Reuters

Pubblicato 26.01.2022 17:19

di Dasha Afanasieva e Lisa Jucca

LONDRA (Reuters) - Imprenditori e imprenditrici europei si trovano in difficoltà. I manager di alcune delle principali aziende italiane, tra cui Enel (MI:ENEI) e UniCredit (MI:CRDI), si sono connessi su Zoom per discutere con il presidente russo Vladimir Putin dei legami economici con Mosca. Considerate le tensioni per una possibile invasione dell'Ucraina, Palazzo Chigi si è mostrato tutt'altro che entusiasta. E nervose si sono mostrate anche altre aziende europee che hanno stretti legami con la Russia, specialmente quelle tedesche.

Nella giornata di ieri, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha minacciato il Cremlino di controlli alle esportazioni e altre dure sanzioni nel caso in cui il Cremlino decidesse di invadere nuovamente l'Ucraina. La Russia ha sempre negato l'esistenza di un simile piano, ma ha dispiegato 100.000 soldati ai confini con l'Ucraina. E malgrado l'atteggiamento muscolare, l'Unione europea farà fatica a tagliare completamente fuori Mosca dal punto di vista economico.

Prendiamo ad esempio i rapporti commerciali. La Germania ha esportato 25 miliardi di dollari di diversi beni in Russia tra gennaio e novembre 2021, seconda solo alla Cina e ben al di sopra dei 15 miliardi degli Stati Uniti. Le altre economie europee non sono così indietro. L'Italia rinuncerebbe con riluttanza gli 11 miliardi di esportazioni in Russia nei primi 11 mesi dello scorso anno, che valgono circa l'1% del Pil. Anche la Francia fa registrare cifre simili.

D'altro canto, la Russia è il fornitore principale di carbone e gas naturale dell'Unione europea. E mentre la Germania riceve dalla Russia i tre-quarti delle proprie importazioni di gas naturale non europeo, la cifra è dimezzata nel caso della Francia e ridotta a meno di un quarto nel caso della Spagna, secondo i dati Eurostat. La Germania ha in altre parole ottime ragioni per evitare un embargo del gas.