Eni Nigeria, attacco difese a ex manager imputato-accusatore grazie a intercettazione

Reuters

Pubblicato 23.07.2019 18:24

Eni Nigeria, attacco difese a ex manager imputato-accusatore grazie a intercettazione

di Emilio Parodi

MILANO (Reuters) - Un'intercettazione audio-video dell'ex manager Eni Vicenzo Armanna, imputato e insieme accusatore dei suoi ex vertici aziendali nel processo milanese sulle presunte tangenti in Nigeria, che arriva da un altro fascicolo d'inchiesta e domani sarà al centro del controesame da parte delle difese nei confronti dello stesso Armanna.

E' la svolta dell'udienza odierna, la terza consecutiva riservata all'audizione di Armanna, dopo che l'avvocato Giuseppe Fornari, difensore di uno dei dirigenti Eni imputati, Roberto Casula, ha dichiarato al Tribunale di aver rintracciato una annotazione della polizia giudiziaria di Torino che contiene stralci della registrazione di un colloquio del 26 luglio 2014 fra Armanna e altre tre persone che getterebbe nuove ombre, secondo le difese, sulla genuinità delle dichiarazioni dell'ex manager.

Armanna è l'imputato che fra l'altro accusa il coimputato AD di Eni Claudio Descalzi e che nell'udienza di ieri ha dichiarato che nel 2016 gli fu offerto di rientrare in azienda se avesse ritrattato.

Sia l'avvocato Fornari che l'avvocato di Eni, Nerio Diodà, hanno quindi chiesto alla procura di mettere a disposizione quella intercettazione, nel frattempo confluita nel fascicolo sul cosiddetto presunto depistaggio ai danni del procedimento "nigeriano".

Oggi le difese hanno quindi avuto a disposizione la registrazione audio-video di quel colloquio, che domani sarà presumibilmente al centro del controesame di Armanna da parte degli avvocati degli altri imputati.

Nel colloquio intercettato Armanna, parlando con l'ex legale esterno dell'Eni Piero Amara, riferendosi ad alcuni manager Eni, dice "... è meglio se li tolgono... perché sono stati pesantemente coinvolti nella 245 (Opl 245 è il nome del giacimento petrolifero off-shore per il quale, secondo l'accusa sarebbero state pagate le tangenti, ndr) e non escluderei che arrivi un avviso di garanzia... mi adopero perché gli arrivi...".

"È nei fatti che Armanna, immediatamente dopo, si reca alla procura di Milano per rendere delle dichiarazioni -- si legge in un comunicato Eni -- Il giorno seguente alla deposizione di Armanna presso la procura, sono stati emessi gli avvisi di garanzia nei confronti dell'AD e dell'ex AD di Eni".

"Si tratta di un fatto di estrema gravità e ad avviso di Eni decisivo per il procedimento in corso" prosegue la nota. "Una testimonianza che va letta anche in relazione ai ripetuti tentativi di destabilizzazione della società perpetrati da Armanna, che continua a introdurre nella fase dibattimentale del processo elementi totalmente privi di fondamento".

Va precisato che le dichiarazioni di Armanna, nella sentenza di condanna al termine del processo con rito abbreviato nei confronti di due intermediari per la stessa vicenda, non sono state prese in considerazione dal giudice che emise la sentenza, se non nelle parti riscontrate da altre evidenze e testimonianze. [nL8N1YM26E]

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Il procedimento in corso a Milano vede imputate le società Eni e Shell (LON:RDSa) e altre 13 persone fra le quali l'AD Eni Descalzi (nella sua veste, all'epoca dei fatti, di direttore generale della divisione Exploration e Production), l'ex AD Paolo Scaroni e l'ex direttore esecutivo per esplorazione e produzione di Shell, Malcolm Brinded.

L'accusa ipotizza il pagamento di tangenti da 1,092 miliardi su complessivi 1,3 miliardi di dollari versati nel 2011 da Eni e Shell su un conto del governo nigeriano per l'acquisto della licenza per l'esplorazione del campo petrolifero Opl-245. Il periodo dei fatti contestati va dall'autunno 2009 al 2 maggio 2014.