Ftse Mib torna in parità. Ancora preoccupazioni per debito pubblico

Investing.com

Pubblicato 12.08.2019 11:25

Investing.com - Già terminato l’effetto Fitch a Piazza Affari con il Ftse Mib che cede i guadagna iniziali. Il principale indice di Milano, infatti, resta intorno alla parità dopo un’apertura che lo aveva portato vicino a guadagni intorno all’1%.

Deboli i titoli bancari di Milano, con il FTSE Italia All Share Banks che cede lo 0,14%. Tra i titoli finanziari peggiori troviamo Banca IFIS (MI:IF), FinecoBank (MI:FBK), Banca Popolare di Sondrio (MI:BPSI) e DoValue (MI:DOVA), in flessione dell’1%.

Tra le blue chips, cede l’1,30% Atlantia (MI:ATL), cedendo così i guadagni arrivati venerdì dopo che la prospettiva di nuove elezioni avevano attirato gli acquisti sulla scia di un possibile annullamento della revoca delle concessioni autostradali per la controllante Autostrade per l’Italia.

Deboli i petroliferi Saipem (MI:SPMI) e Tenaris (MI:TENR), mentre Eni (MI:ENI) resta intorno alla parità, sulla scia del calo del prezzo del greggio e del Brent.

Tra i titoli positivi, la migliore resta Campari (MI:CPRI) con un +3%, seguita da Amplifon (MI:AMPF), Poste Italiane (MI:PST), Juventus (MI:JUVE) e Buzzi (MI:BZU) con crescite superiori all’1%.

Venerdì l’agenzia Fitch aveva confermato il rating BBB per l’Italia con outlook negativo. Secondo gli esperti dell’istituto l’Italia resta con un elevato debito pubblico e una lenta crescita, ai quali si aggiunge l’instabilità politica.

“Nel caso di nuove elezioni”, spiegano da Fitch, “il futuro guoverno dovrebbe attenersi alle regole di bilancio eropee al fine di evitare rischi al ribasso per il paese, già alle prese con una crescita al palo”.

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La settmana scorsa, infatti, l’aggravarsi della situazione politica in Italia aveva provocato una nuova fiammata dello spread, tornato a quota 140 punti. Il differenziale Btp-bond oggi resta sopra quota 234 punti, con il rendimento del decennale a 1,772 punti.

Le dichiarazioni odierne del presidente della Commissione bilancio della Camera ed economista della Lega, Claudio Borghi, hanno portato ulteriore preoccupazioni sui mercati, facendo così cedere tutti i guadagni al Ftse Mib.

“La finanziaria di un eventuale nuovo governo Salvini è già pronta”, aveva detto Borghi, indicando che la Lega prevede una crescita del deficit al 2,8% col fine di evitare l’aumento dell’Iva previsto dalle clausole di salvaguardia.

Inoltre, Borghi prevede il taglio delle tasse già promesso dalla Lega. “Il 15% va raggiunto con gradualità, però bisogna iniziare da subito e garantirlo a tanti", dice spiegando che si punta a un risparmio fiscale netto da 10-15 miliardi”.

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