Milano in calo, pesa chiusura debole Wall Street, male le banche, su Generali

Reuters

Pubblicato 19.05.2022 10:00

MILANO (Reuters) - Piazza Affari apre la seduta odierna in calo, in linea con le altre borse europee, riflettendo il trend negativo manifestato oggi dalle borse asiatiche.

A pesare sui mercati è la chiusura debole di Wall Street, zavorrata dai risultati trimestrali negativi di Target così come dai timori sull'inflazione globale, l'impatto della politica di Pechino contro la nuova ondata di casi covid e la guerra in Ucraina.

Intorno alle 09,40 il FTSE Mib perde 1,3%.

Tra i titoli in evidenza:

Assicurazioni Generali (BIT:GASI) è tra i migliori titoli del listino principale e guadagna 0,8% dopo aver registrato un calo inferiore al previsto dell'utile netto del primo trimestre dopo svalutazioni sugli investimenti in Russia per 136 milioni di euro. Secondo gli analisti di Jefferies, il gruppo sta facendo registrare una performance molto positiva e sembra "non essere influenzato dalla lotta di potere intorno al Cda."

Il settore bancario risente invece della generale debolezza dei mercati: Bper (BIT:EMII) arretra di 2,1%, UniCredit (BIT:CRDI) cede 0,8%, Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) perde 1,6%, mentre Banco Bpm (BIT:BAMI) segna -1,3%. Anche Finecobank (BIT:FBK) è in calo (-1,4%) e non pare giovare troppo dell'upgrade di Deutsche bank a "buy" da "hold."

Male anche l'automotive: Iveco e Stellantis (BIT:STLA) perdono 2,9% circa, Cnh (BIT:CNHI) 3% e Pirelli (BIT:PIRC) 2%.

Il settore energetico è invece una delle poche note positive stamane, sostenuto dai prezzi del greggio, che salgono per via dei timori circa l'offerta globale e le speranze che un allentamento delle misure anti-covid a Shanghai possa alimentare la domanda. Eni (BIT:ENI) prende 0,1%, Saipem (BIT:SPMI) rimbalza dal calo di ieri e guadagna 0,2%, mentre Saras (BIT:SRS) spicca con un +2,5%.

Bene anche Leonardo, che sale di 1,2%: secondo un'indiscrezione stampa, il gruppo, insieme a Eni, Cineca e Iit, sarebbe in prima fila in un mega piano che punta a dare all'Italia una rete di supercomputer con una capacità iniziale di 300 petaflop, dove un petflop corrisponde a un milione di miliardi di operazioni al secondo.