INTERVISTA - Bce, Schnabel: outlook inflazione non è migliorato

Reuters

Pubblicato 18.08.2022 10:37

di Balazs Koranyi e Frank Siebelt

FRANCOFORTE (Reuters) - Le prospettive dell'inflazione nella zona euro non sono migliorate dopo il rialzo dei tassi di luglio, ha detto Isabel Schnabel, membro del Comitato esecutivo della Banca Centrale Europea, lasciando intendere di essere favorevole a un altro consistente aumento dei tassi di interesse a settembre, malgrado i crescenti rischi di recessione.

A luglio, l'istituto centrale ha sorpreso gli investitori con un aumento dei tassi di 50 punti base, temendo che l'inflazione, ormai prossima alla doppia cifra, rischiasse di consolidarsi.

Tuttavia, questa mossa non è stata sufficiente a modificare le prospettive di inflazione, e anche la recessione di per sè non sarebbe sufficiente a domare le pressioni sui prezzi, ha detto Schnabel, a capo delle operazioni di mercato della Bce.

"A luglio abbiamo deciso di alzare i tassi di 50 punti base perché eravamo preoccupati per le prospettive dell'inflazione", ha detto in un'intervista a Reuters. "I timori che avevamo a luglio non si sono attenuati... Non credo che le prospettive siano cambiate in modo sostanziale".

Un rialzo dei tassi a settembre è dato per certo, con i banchieri centrali divisi tra 25 e 50 punti base. Le dichiarazioni di Schnabel suggeriscono che probabilmente sarà a favore di un aumento più sostanziale.

Nelle ultime settimane i mercati hanno aumentato le loro scommesse sul rialzo dei tassi a causa delle pressioni inflazionistiche, e ora prevedono un aumento di 55 punti base per settembre e movimenti equivalenti a un totale di 118 punti base entro la fine dell'anno.

Il problema è che, all'8,9%, l'inflazione è più di quattro volte superiore al target Bce del 2% e potrebbe salire ulteriormente, dato che i crescenti costi energetici intaccano il potere d'acquisto e rallentano la crescita.

"Non escluderei che, nel breve periodo, l'inflazione aumenti ulteriormente", ha detto Schnabel.

"È probabile che queste pressioni inflazionistiche ci accompagnino per un po' di tempo; non svaniranno rapidamente", ha detto. "Ci vorrà del tempo prima che l'inflazione torni al 2%"

Sebbene sia probabile che l'inflazione rallenti bruscamente nei prossimi anni, Schnabel ha osservato che le proiezioni della Bce si sono rivelate errate negli ultimi trimestri, per cui i dati sulla crescita effettiva dei prezzi devono avere un peso maggiore nelle decisioni politiche.

RECESSIONE?

Una complicazione per la Bce è che i rialzi dei tassi dell'istituto arrivano proprio quando incombe una recessione, indotta dall'impennata dei prezzi del greggio. Un inasprimento della politica monetaria all'alba di una fase di recessione rischia di esacerbare un eventuale calo.

Schnabel ha riconosciuto questo rischio di recessione, ma ha anche notato che ci sono una serie di segnali che suggeriscono che le aspettative di inflazione potrebbero essere "de-ancorate", termine usato dalla banca centrale per indicare una perdita di fiducia nella volontà della banca di adempiere al proprio mandato.

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"Ci sono forti indicazioni che la crescita stia rallentando e non escluderei l'ingresso in una recessione tecnica, soprattutto se le forniture energetiche dalla Russia dovessero subire ulteriori interruzioni", ha detto Schnabel.

"I rischi per la crescita economica sono aumentati anche a causa di ulteriori shock dal lato dell'offerta, causati dalla siccità o dal basso livello dell'acqua nei principali fiumi", ha aggiunto. "Sembra che, tra i Paesi più grandi della zona euro, la Germania sia quella più colpita", ha aggiunto.

Anche se una recessione attenuerà le pressioni sui prezzi, da sola non sarà sufficiente a riportare l'inflazione verso il target.

"Anche se entrassimo in recessione, è abbastanza improbabile che le pressioni inflazionistiche si attenuino da sole", ha detto Schnabel. "Il rallentamento della crescita non è quindi probabilmente sufficiente a smorzare l'inflazione"