Italia combatte battaglia di retroguardia su Stellantis

Reuters

Pubblicato 02.02.2024 15:39

di Lisa Jucca

MILANO (Reuters Breakingviews) - Il tentativo del governo di Giorgia Meloni di forzare la mano a Stellantis in Italia è una battaglia di retroguardia. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso ha indicato ieri che Roma potrebbe acquistare una quota della casa automobilistica, che capitalizza 73 miliardi di dollari, dopo uno scontro sui livelli di produzione nel Paese. Proteggere i posti di lavoro in patria è una preoccupazione naturale e il governo italiano è libero di acquistare azioni Stellantis sul mercato. La mossa non basterebbe però a riportare il baricentro dell'azienda in Italia.

Meloni rimprovera a Stellantis, proprietaria di Fiat , di non produrre abbastanza veicoli in Italia pur beneficiando del fascino italiano per modelli come l'iconica Fiat 500. Il governo sta facendo pressione sull'amministratore delegato Carlos Tavares affinché aumenti la produzione a un milione di veicoli, rispetto ai 750.000 dello scorso anno. La proposta di Urso, avanzata ieri, sarebbe tuttavia costosa per l'Italia, che è a corto di risorse finanziarie. Una partecipazione simile a quella dello Stato francese, che controlla il 6% di Stellantis, costerebbe 4 miliardi di euro. La spesa vanificherebbe i benefici delle vendite di quote di Eni (BIT:ENI) e Poste Italiane (BIT:PST), compromettendo l'obiettivo del governo di raccogliere 20 miliardi entro il 2026 da una campagna di privatizzazioni.

Una mossa simile potrebbe anche preoccupare la comunità imprenditoriale italiana. Roma tende ad avere azioni di ex aziende statali o aziende oggetto di un salvataggio. Un atteggiamento più proattivo potrebbe quindi allarmare le poche aziende private che contano.