Lagarde seda ribellione interna a Bce grazie a compromesso e logoramento

Reuters

Pubblicato 23.07.2021 17:48

FRANCOFORTE (Reuters) - Questa settimana, la presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde ha sedato la più grande ribellione interna all'istituto centrale da quando ne ha assunto la presidenza.

Lagarde ha ottenuto questo risultato grazie al compromesso, alla persuasione, al logoramento e ad un piccolo aiuto tedesco, secondo sei fonti a conoscenza della discussione.

Quando la polvere si è posata, solo 2 dei 25 banchieri centrali, i governatori delle banche centrali del Belgio e della Germania, si sono detti contrari alla nuova politica della Bce sui tassi di interesse, che prevede essenzialmente tassi invariati o ancora più bassi fino alla seconda metà del decennio.

Tuttavia questo risultato maschera delle divisioni profonde secondo le fonti.

Quasi metà del consiglio direttivo ha espresso diverse riserve o obiezioni in merito alle proposte iniziali di Bce, in cui si faceva riferimento in maniera più forte al possibile overshooting del target di inflazione, secondo diverse fonti. Sono stati necessari due round di negoziazioni nel corso del vertice per convincere la maggior parte degli oppositori.

"La prima proposta avrebbe comunque ottenuto la maggioranza, ma si sarebbe trattato di una maggioranza risicata", secondo una delle fonti. "Ci saremmo trovati molto lontani dal consenso unanime".

Questa situazione è insolita per i membri del consiglio direttivo. Le proposte Bce vengono infatti modificate molto di rado durante i vertici di politica monetaria, e la maggior parte delle decisioni vengono prese o con il metodo del consenso (approvate senza discussione in assenza di obiezioni), o a forte maggioranza. Inoltre, la decisione era stata discussa dai membri del consiglio alcune settimane prima, e dunque erano già stati apportati dei cambiamenti prima di ieri.

Un portavoce della Bce non ha voluto commentare

La situazione di massimo disaccordo in seno alla Bce negli anni recenti si era vista nel settembre 2019, quando un terzo del consiglio direttivo si era opposto alla proposta dell'allora presidente Mario Draghi di nuovi acquisti di bond, giusto pochi mesi prima del passaggio di testimone a Lagarde.

"Non siamo ai livelli del settembre 2019, questo è sicuro, ma è un segnale che la discussione sugli acquisti di bond prevista prima della fine dell'anno, sarà molto, molto difficile", ha detto un'altra fonte.

I TEDESCHI

Le fonti hanno aggiunto che Lagarde ha convinto parecchie persone apportando cambiamenti al testo, e in molti si sono complimentati per le capacità politiche della presidente, che è riuscita alla fine a ottenere un ampio supporto.

Un riferimento al portare l'inflazione ad "almeno" il 2% è stato eliminato per mitigare i timori che la Bce potesse deliberatamente cercare un overshooting del target di inflazione, particolarmente preoccupante per i tedeschi, da sempre attenti all'inflazione.

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Il membro del board Bce Isabel Schnabel, una voce poderosa per la Germania nel consiglio direttivo, è stata tra i primi scettici, ma ha accettato di supportare la proposta dopo il secondo round di trattative, dichiarando di essere pronta ad accettare i cambiamenti, secondo tre delle fonti.

A quel punto, molti dei contrari si sono uniti alla maggioranza, hanno aggiunto le fonti.

I tedeschi hanno sempre visto con profondo scetticismo le politiche monetarie espansive in seno alla Bce e più volte hanno abbandonato le riunioni in segno di protesta nel corso dei due decenni di storia della banca centrale, un grattacapo permanente per i presidenti Bce.

In effetti, il governatore della Bundesbank Jens Weidmann è stato uno dei due voti contrari della giornata di ieri, portando a una divisione dei due voti della Germania.

Gli altri oppositori sono stati convinti quando hanno accettato che la nuova politica riguardasse in maniera specifica i tassi di interesse e che non ci dovesse essere nessun riferimento ai piani europei di acquisto di asset, su cui si discuterà con ogni probabilità nel corso dell'autunno.

"Uno dei punti centrali era anche la credibilità. Se si continua a dire di no a una bozza dopo l'altra, si rischia di non venire presi sul serio, e così credo che alcuni si siano semplicemente arresi", ha detto una delle fonti.

"Tuttavia, le fonti hanno detto che la difficile discussione di ieri è un antipasto dei vertici tesi che si vedranno questo autunno quando i membri del consiglio dovranno decidere se chiudere i rubinetti dello stimolo di emergenza per concentrarsi su altri programmi di supporto all'economia.