Mps, azionisti approvano aucap da 2,5 mld ma c'è rischio burden sharing

Investing.com

Pubblicato 16.09.2022 10:17

Aggiornato 16.09.2022 11:43

Di Alessandro Albano 

Investing.com - E' arrivato l'ok dell'assemblea straordinaria degli azionisti di Banca Monte dei Paschi (BIT:BMPS) all'aumento di capitale da 2,5 miliardi. Tuttavia, a votare a favore è stato poco più del 65% capitale della banca, visto oltre al Tesoro (che detiene il 64,2% della banca) hanno partecipato al voto i 23 soci e altri 131 delegati per circa l’1% del capitale. 

Di fatto, a dare il proprio consenso al nuovo capitale è stato solo il Mef, in quella che è stata presentata come un'operazione scindibile da eseguirsi in due fasi: prima 1,6 miliardi provenenti dalla casse dello Stato e poi i restanti 900 milioni da prendere per la maggior parte tramite banche e partner, cioè quel 35% circa di capitale che ieri a Siena non c'era. 

Negli ultimi giorni, si sono intensificati i colloqui tra l'Ad Lovaglio, che ieri sera ha ribadito la necessità di "fare subito" l'operazione, con Anima (BIT:ANIM) e Axa (BIT:AXA) che, secondo la stampa, potrebbero mettere sul piatto una cifra intorno ai 250/300 milioni di euro. 

Cifra non confermata ad Investing.com da una fonte molto vicina alla situazione, secondo la quale le centinaia di milioni dei partner e la restante liquidità che Lovaglio starebbe cercando dal mercato "non è affatto sicura".

Negli ambienti finanziari, infatti, ha detto la fonte, si sarebbe consumata la fiducia verso un istituto che non si è dimostrato in grado di operare in utile nonostante sei aumenti di capitale in poco più di dieci anni e 30 miliardi di capitale aggiuntivo.

Senza quel 35%, però, addio aucap e piano strategico al 2026 nel quale sono previsti 4.000 mila uscite volontarie che porrebbero portare nelle casse di Rocca Salimbeni circa 800 milioni e aiutare la banca a raggiungere l'obiettivo di utile di 1 miliardi al 2024 (che beneficia del reassessment di DTA) e di 833 milioni al 2026, con ritorno al dividendo a partire dal risultato 2025 (pay-out del 30% in 2025- 2026).

Infatti, BCE e Direzione Generale della Concorrenza (Dg Comp) ritengono "il mercato", e quindi il 35% ancora incerto, necessario per dare all'approvazione finale al nuovo capitale.  Per questo, secondo la fonte, si rischia "un burden sharing" in quanto "non è sicuro che la commissaria Vestager dia il suo benestare a quella che di fatto potrebbe diventare un'altra nazionalizzazione mascherata". 

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Ricordiamo che il burden sharing è una procedura che prevede l'intervento della Commissione Europa nel caso di dissesto di un istituto bancario, nel quale azionisti e obbligazionisti subordinati devono di fatto sopportare parte degli oneri per il risanamento tramite la svalutazione del valore nominale dei loro crediti o la loro conversione in capitale. 

A macchiare ulteriormente il quadro è il contesto attuale dei mercati finanziari, dove le condizioni di credito si stanno facendo sempre più stringenti. "È un momento difficile ed è meglio aspettare il nuovo governo", aveva detto qualche giorno fa Maurizio Leo, responsabile economico di Fratelli d'Italia riferendosi all'aucap. 

Pensiero condiviso anche un socio importante di Siena secondo cui sarebbe meglio "attendere condizioni migliori del mercato prima di lanciare un aumento distruttivo che porterebbe al massacro dell’azionariato retail". 

E tutto questo si sta facendo sentire a Piazza Affari, dove complici le scadenze del cosiddetto "triple witching day", il Monte perde il 4,2% ad euro 0,352.

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