Quirinale, scenario peggiore Berlusconi e voto anticipato ma poca paura grazie a Bce

Reuters

Pubblicato 14.01.2022 18:10

di Stefano Bernabei e Antonella Cinelli

ROMA (Reuters) - L'ombrello della Bce e una migliore struttura del debito potrebbero bastare per contenere entro limiti gestibili un eventuale balzo dello spread, qualora l'elezione del presidente della Repubblica si risolvesse nel peggiore degli scenari: Silvio Berlusconi al Colle, crisi di governo e voto anticipato.

C'è un deciso consenso tra gli strategist che hanno preparato scenari per le elezioni del 24 gennaio, nel dire che al massimo si potrà vedere un po' di volatilità e un differenziale di rendimento con il Bund decennale attorno a 200 punti, anche nel peggiore dei casi immaginati.

Qualcuno, off the record, dice che quello con Berlusconi presidente e ritorno alle urne con la prospettiva di un governo guidato dal leghista Matteo Salvini sarebbe "il disaster movie" per i mercati. Ma in fondo nessuno ci crede davvero.

Ludovico Sapio di Barclays (LON:BARC) che con Silvia Ardegna ha scritto un report con tre possibili esiti del voto (The Good, the Bad, the Ugly) per il successore di Sergio Mattarella, non fa nomi di candidati, tantomeno quello dell'85enne ex presidente del Consiglio, ma non è difficile associare Berlusconi alla loro descrizione del peggiore degli scenari.

"Una elezione presidenziale molto contestata dopo la quale la coalizione di governo crolla, portando alle dimissioni del premier Draghi e ad elezioni anticipate: assegniamo una bassa probabilità a questo scenario", dicono nel report.

SPREAD A 200 CON SCENARIO "UGLY"

Alla possibilità "Ugly" è associata una volatilità attesa dello spread tra 150 e 200 punti base, cioè non troppo lontano dai 140 già visti in queste ultime ore e certamente non così preoccupante per il Tesoro. Come si spiega?

Nel report di Barclays è chiarito in tre punti che Sapio riassume così.

La presenza della Bce. Con il Qe garantisce acquisti anche in un anno in cui il mercato dovrà assorbire dall'Italia un debito netto di 80-90 miliardi e ha comunque lo strumento del Pepp riattivabile con altri acquisti o con il reinvestimento dei titoli rimborsati.

Il buono stato di salute dell'Italia. C'è crescita e un debito la cui struttura, con un costo medio ridotto ai minimi e una scadenza media sopra 7 anni, rende il rischio di rollover decisamente meno preoccupante.

L'Europa. L'austerity sembra aver lasciato il campo alla solidarietà, il che è una prospettiva incoraggiante per la prossima revisione del patto di stabilità.

Anche Althea Spinozzi, strategist di Saxo Bank, esclude che in Italia ci sarà una crisi politica come quella che abbiamo già visto nel 2018.

"Dobbiamo comunque mettere in conto che ci sarà volatilità sui mercati e che lo spread aumenterà", ipotizziamo che arrivi a quota 160 nello scenario più favorevole e che vada oltre 200 in quello peggiore di crisi di governo, dice, escludendo che possano esserci problemi per il rifinanziamento del debito pubblico italiano.

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Nel 2021 il costo medio della raccolta è sceso allo 0,1%, livello più basso della storia della Repubblica, e quest'anno il Tesoro punta ad emissioni nette per 80-90 miliardi di euro e conta sulla copertura della Bce su ben oltre la metà.

Il mercato ha poi accolto bene il nuovo trentennale nel primo importante deal sindacato della zona euro per il 2022, con una domanda superiore a 55 miliardi a fronte di 7 miliardi collocati, con il Tesoro che per qualcuno ha voluto anticipare proprio possibili turbolenze quirinalizie.

VOTO ANTICIPATO TEMUTO MA IMPROBABILE

Mariana Monteiro di Credit Suisse scrive in un report che ci sono elevate probabilità di uno stallo, viste le divisioni tra gli schieramenti per un voto che almeno all'inizio richiede una maggioranza qualificata. E ritiene più probabili due scenari, che evitano entrambi il voto anticipato.

Draghi presidente con un accordo dell'attuale coalizione per il suo successore a palazzo Chigi, oppure l'elezione di un presidente di centro-destra "diverso dal controverso Silvio Berlusconi". Opzione che può includere Marcello Pera o Elisabetta Casellati, con Draghi che resta premier.

L'instabilità, osserva però Credit Suisse, sarebbe solo rimandata alla fine dell'anno con l'avvicinarsi delle elezioni nel 2023.

Non teme scossoni per lo spread neanche S&P.

"Non vedo un grande aumento dello spread in vista delle elezioni presidenziali in Italia, penso che il differenziale resterà più o meno sui livelli attuali", ha detto di recente Sylvain Broyer, capo economista per l'Europa di S&P Global Ratings.