FinanciaLounge
Pubblicato 06.12.2021 09:25
Rally di Natale? Troppe incertezze e sorprese negative in agguato
Sul mercato, sia azionario che obbligazionario, è in atto un vero e proprio tiro alla fune tra due schieramenti: chi approfitta delle turbolenze che si susseguono per comprare sui ribassi cogliendo opportunità, e chi sui rimbalzi successivi vede invece l’occasione di portare a casa il profit, visto che i principali indici di Wall Street segnano ancora rialzi a due cifre da inizio anno. S&P 500 e Nasdaq viaggiano al 20% e qualcosa sopra la partenza del 2021 e il Dow Jones con il Russell 2000 segnano un più che rispettabile aumento di oltre il 12%. C’è anche un terzo partito, che quando le azioni sbandano va a cercare riparo nei T-bond facendo salire i prezzi e scendere i rendimenti, che alla chiusura di venerdì 3 dicembre sulla scadenza a 10 anni sono rientrati in area 1,3%, nonostante il capo della Fed Jay Powell qualche giorno prima avesse cancellato l’aggettivo ‘transitorio’ dall’inflazione. Per chi aveva comprato i Treasury il giorno prima del ponte del Thanksgiving, quando si avvicinavano all’1,7%, un bel capital gain in una decina di giorni.
h3 IN ATTESA DELLA FED IL 15 DICEMBRE/h3Sul mercato pesano molte incertezze che rendono quanto meno problematico il tradizionale rally natalizio. Le principali riguardano l’inflazione, la Fed e i tassi di interesse, poi c’è la variante Omicron e le possibili conseguenze sulla ripartenza delle economie, e infine la più sottovalutata ma forse la più importante nel medio periodo: la corsa alla spesa pubblica dell’amministrazione Biden, che di qui alle elezioni di mid-term tra 11 mesi può solo continuare, e che continua a pompare dollari in un’economia che non ne ha più bisogno, con l’effetto di alimentare l’inflazione sul lato della domanda e aumentare le pressioni salariali, invogliando gli americani a non cercare lavoro perché tanto a riempirgli le tasche di dollari ci pensa lo Zio Sam. La Fed, dopo aver sancito davanti al Congresso che l’inflazione non è più temporanea, scoprirà le carte solo nella serata europea del 15 dicembre. Vedremo se Powell conferma l’accelerazione del tapering, vale a dire la riduzione degli acquisti di titoli, implicando che i tassi potrebbero iniziare a salire già nella prima metà del 2022. Si può notare che l’avvocato prestato alla politica scelto da Trump per guidare la banca centrale ha aspettato di essere confermato per altri 4 anni da Biden per revocare la transitorietà dell’inflazione...
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Scritto da: FinanciaLounge
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