Russia travolta da sanzioni, sull'orlo di default storico

Reuters

Pubblicato 16.03.2022 11:49

LONDRA (Reuters) - Il costo economico dell'invasione russa in Ucraina è ora completamente tangibile, con il governo di Vladimir Putin, devastato dalle sanzioni, che si trova sull'orlo del suo primo default del debito internazionale dai tempi della rivoluzione bolscevica.

Mosca avrebbe dovuto pagare oggi 117 milioni di dollari di interessi su due titoli di Stato denominati in dollari venduti nel 2013. Ma le restrizioni che si trova ora ad affrontare per effettuare i pagamenti, e i commenti del Cremlino sul fatto che potrebbe pagare in rubli - innescando comunque un default - hanno lasciato anche gli investitori veterani a chiedersi cosa potrebbe accadere.

Uno di questi l'ha definito il pagamento del debito pubblico più attentamente monitorato dal default della Grecia al culmine della crisi della zona euro. Mentre, secondo altri, il "periodo di grazia" di emergenza, che permette alla Russia altri 30 giorni per effettuare il pagamento, potrebbe prolungare il processo.

"La particolarità dei default è che non sono mai chiari e questo non fa eccezione", ha detto Guido Chamorro, gestore patrimoniale della divisione mercati emergenti di Pictet.

"C'è un periodo di grazia, quindi non sapremo davvero se si tratta di un default o meno fino al 15 aprile", ha detto riferendosi alla situazione in caso non venga effettuato il pagamento della cedola. "Nel periodo di grazia potrebbe succedere di tutto".

Un default del debito pubblico russo era impensabile prima di quella che Putin continua a definire "un'operazione militare speciale" in Ucraina, avviata alla fine di febbraio.

Il Paese aveva quasi 650 miliardi di dollari di riserve valutarie, l'ambito rating investment-grade da parte di S&P Global, Moody's e Fitch, e raccoglieva centinaia di milioni di dollari al giorno vendendo petrolio e gas russi a prezzi vertiginosi.

Poi i carri armati hanno cominciato l'avanzata e gli Stati Uniti, l'Europa e i loro alleati occidentali hanno risposto con sanzioni senza precedenti, che hanno congelato due terzi delle riserve della Russia, che si è scoperto erano detenute all'estero.

"Penso che il mercato ora si aspetti che la Russia non effettui i pagamenti (dei bond)", ha commentato Jeff Grills, il responsabile del debito dei mercati emergenti di Aegon Asset Management, aggiungendo che il conflitto è uno dei pochi eventi dei mercati emergenti in grado di sconvolgere davvero i mercati globali.