Saipem sotto minimi ottobre 1992, non bastano i nuovi manager

Investing.com

Pubblicato 07.02.2022 11:31

Aggiornato 07.02.2022 12:22

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Non basta la nuova struttura organizzativa per Saipem (MI:SPMI). Il titolo scambia sotto i livelli dell'ottobre 1992 (-2% ad euro 1,1705) dopo che il cda di venerdì scorso ha nominato la nuova direzione generale che affiancherà il lavoro dell'Ad Francesco Caio, sotto pressione dopo il terzo profit warning consecutivo. 

Alessandro Puliti, direttore generale Natural Resources di Eni (MI:ENI), e Paolo Calcagnini, vice dg e chief business officer di Cdp, faranno parte della nuova direzione generale che avrà "ampie deleghe operative e gestionali" nel processo di ristrutturazione (MI:SPMI), una mossa che può essere interpretata come un commissariamento 'de facto' di Saipem (MI:SPMI) prima dell'aumento di capitale da 1,5 miliardi. 

Per gli analisti di Intesa (MI:ISP), serve una ricapitalizzazione "anche superiore a 1,5 miliardi”, ma in questo caso “con uno sconto sul Terp al 40% il prezzo dei titoli ex diritto potrebbe essere inferiore a 1,15 euro”.

Intanto, con il titolo che ha perso il 40% da inizio gennaio e il 58% in un anno, S&P Global ha tagliato il rating a "BB-" da "BB" a causa "della debolezza operativa e dell'aumento dei rischi finanziari, dopo che società di servizi e soluzioni per il settore energia e infrastrutture ha lanciato un nuovo profit warning lunedì scorso”, hanno scritto gli analisti dell’agenzia in una nota. 

Inoltre, S&P ha posizionato il gruppo su “CreditWatch negativo”, anticipando un nuovo downgrade in caso di notizie negative. “Ci sono incertezze chiave nei prossimi tre o quattro mesi per quanto riguarda il piano della società di mediare la situazione, il superamento dei costi in altri progetti e la redditività nei prossimi anni, tra gli altri fattori", spiegano gli analisti. 

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