SCHEDA - Svolte e colpi di scena nella disputa tra Atlantia e governo

Reuters

Pubblicato 05.10.2020 16:04

di Francesca Landini

MILANO (Reuters) - A oltre due anni dal crollo del Ponte di Genova, che provocò la morte di 43 persone, la revoca della concessione di Autostrade per l'Italia (Aspi) è ancora una possibilità per il governo e il futuro di Atlantia (MI:ATL) è incerto.

La disputa tra il gruppo controllato dai Benetton e l'esecutivo sembrava a un passo dalla soluzione a luglio, quando il governo ha approvato un piano che prevedeva il passaggio del controllo di Aspi a Cassa Depositi e Prestiti (Cdp).

Ma lo stallo nei negoziati tra Atlantia e Cdp rischia di far saltare l'intesa, rimettendo in discussione il futuro di Aspi e della sua controllante.

PERCHÉ L'ACCORDO DI LUGLIO NON È STATO FINALIZZATO?

Secondo i termini dell'accordo del 14 luglio, Atlantia avrebbe dovuto lavorare con Cdp allo spin-off della sua partecipazione in Aspi per cedere il controllo della società alla Cassa e alcuni investitori alleati.

Tuttavia, l'intesa di luglio ha tracciato una cornice senza definire in dettaglio aspetti finanziari e tecnici rilevanti, su cui le parti si sono poi trovate in disaccordo. In aggiunta l'accordo era soggetto all'approvazione degli investitori di minoranza di Atlantia e di Aspi, che respingono alcuni elementi del compromesso.

COSA C'È IN DISCUSSIONE?

Prima del crollo del Ponte Morandi, Autostrade per l'Italia era considerata l'asset più prestigioso di Atlantia dal momento che contribuiva per circa un terzo all'Ebitda del gruppo.

Se la concessione sarà revocata, gli obbligazionisti di Aspi potranno richiedere il rimborso anticipato di bond per oltre 7 miliardi di euro. Ciò potrebbe causare il fallimento della società, che dà lavoro a circa 7.000 persone.

Allianz (DE:ALVG), Silk Road ed Edf - che nel 2017 hanno acquisito una quota del 12% in Aspi valutando la società nel suo complesso quasi 15 miliardi di euro - potrebbero subire perdite sul loro investimento.

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle, che avevano salutato l'accordo del 14 luglio come una vittoria contro l'establishment, rischiano un danno alla reputazione del governo.

QUALI SONO GLI OSTACOLI PRINCIPALI?

Cdp chiede che Atlantia garantisca la copertura di eventuali future richieste di risarcimento danni, che Aspi potrebbe dover pagare in seguito al crollo del Ponte Morandi. Atlantia ha respinto questa richiesta, affermando che si è già impegnata a versare 3,4 miliardi di euro al governo per il disastro.

Cdp e Atlantia, in aggiunta, non sono d'accordo sulla possibilità che Atlantia sposti in una newco sia la sua quota in Aspi sia diversi miliardi di euro di debiti del gruppo, prima di cedere il controllo a Cdp.

Vota l’App
Unisciti ai milioni di utenti che utilizzano l’app di Investing.com per restare sempre aggiornati.
Scarica ora

Atlantia si oppone inoltre alla richiesta del governo di subordinare l'accantonamento della revoca e la firma dell'atto transattivo tra ministero dei trasporti e Aspi, al raggiungimento di un'intesa finale tra Atlantia e Cdp per il passaggio del controllo di Aspi alla Cassa. Su questo punto specifico, Atlantia ha presentato un esposto all'Unione europea a inizio settembre.

QUALI SONO LE PROSSIME DATE IMPORTANTI?

Atlantia terrà un Cda l'8 ottobre.

Entro il 10 ottobre il governo dovrebbe prendere una decisione sulla possibile ripresa del processo di revoca, ha riferito una fonte governativa.

Il 30 ottobre l'assemblea degli azionisti di Atlantia sarà chiamata a votare su un processo 'dual track' per lo spin-off o la vendita della quota dell'88% in Aspi attraverso un'asta competitiva o un processo di quotazione in borsa.

QUALI SONO I POSSIBILI ESITI?