Sindacati Mps verso lo sciopero: "Quello che Mef ed UniCredit non dicono"

Investing.com

Pubblicato 26.08.2021 09:05

Aggiornato 26.08.2021 09:47

Di Alessandro Albano 

Investing.com - Le nozze tra UniCredit (MI:CRDI) e Monte dei Paschi (MI:BMPS) hanno trovato il favore del mercato. Ma non quello dei sindacati che, arrabbiati per la mancanza di colloqui con gli interessati, minacciano lo scioperi dei dipendenti senesi, proprio nei giorni in cui va avanti la due diligence di Gae Aulenti.

“Dopo giorni di inutile attesa, appare evidente come il Ministro Franco ritenga di non dover convocare i rappresentanti dei 21mila Lavoratori del Gruppo MPS, nonostante saranno questi ultimi a subire gli effetti dell’operazione che si sta profilando con molti punti oscuri”. E' quanto si legge in un comunicato unitario delle segreterie di coordinamento in Mps di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin che tuonano: “Faremo sentire comunque la nostra voce, da Nord a Sud, dalle Filiali, dalla Direzione Generale, dal Consorzio, dalle Società del Gruppo, dai poli distaccati presso società terze”.

Le sigle non protestano per "una possibile soluzione per risolvere i problemi della Banca", ma "vorremmo capire i motivi e il perimetro di una trattativa in esclusiva caratterizzata da una moral suasion esercitata dall’azionista pubblico – lo Stato – che intende accordare una serie di indubbie agevolazioni in favore del soggetto acquirente, Unicredit".

Si chiedono, inoltre, "perché non vengono prese in considerazione soluzioni alternative", con richieste di "maggiore chiarezza sull'acquisizione" per "definire i destini dei 21mila dipendenti del gruppo".

Come si collocano le filiali MPS del perimetro che sarà acquisito da Unicredit "nella legislazione antimonopolistica (Antitrust)?" interrogano i sindacati, e quale sarà il destino delle filiali che non saranno acquisite da Unicredit (esclusione che sembra interessare intere aree geografiche)?

“Dopo tanti anni di duro lavoro e sacrifici – ribadiscono Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin – non dobbiamo lasciarci sopraffare dalla paura o dalla rassegnazione proprio ora. Tocca a noi farci sentire dallo Stato, dal Governo, da Unicredit”.

Ecco perché i sindacati "hanno avviato le procedure per la proclamazione dello sciopero e, nei tempi previsti dalle normative” e daranno vita “a un ciclo di assemblee per fare il punto della situazione”.

Prosegue due diligence

Intanto la banca guidata da Andrea Orcel va avanti con lo studio sulla banca senese, con la stampa italiana che riporta diverse soluzioni per i clienti e azionisti di Rocca Salimbeni. 

Secondo Il Sole 24 Ore (MI:S24), l’ipotesi più realistica è che "agli azionisti di minoranza Mps sia assegnata un’opzione asimmetrica, che consentirebbe di ottenere azioni UniCredit una volta conclusa l’operazione, dando la possibilità di mantenere una quota nella cosiddetta bad bank ex Mps".

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Uno schema simile a quello adottato da Siena con Amco lo scorso anno, precisa il quotidiano. 

Come riportato pochi giorni fa su questo giornale, la questione del marchio storico di Mps resta un crocevia importante per la futura banca senese, anche in chiave politica, e che potrebbe essere mantenuto in aree come Toscana e Nord Est.

Regioni che interessano molto a Orcel per la crescita futura della banca milanese, con lo stesso Ceo che ha più volte fatto sapere in passato che la strategia di Gae Aulenti punta ad un consolidamento sul territorio italiano. Ecco dove s'inquadra la mossa su Mps.

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